Confermato l’ergastolo per la coppia responsabile della morte di un bambino di 19 mesi: lei ha coperto il compagno, divenendo sua complice.
Gaia Russo Dieni ha scelto di difendere il suo compagno, condannando a morte il figlio di 19 mesi. Il piccolo Leonardo, concepito da una relazione precedente, venne ricoverato in più di un’occasione in pronto soccorso, dove il personale medico riscontrò la presenza di chiari segni di percosse e abusi. Nonostante l’evidenza dei fatti, la 26enne scelse di coprire le azioni del giovane, sottolineandone l’assoluta estraneità. Poche settimane dopo l’ultimo ricovero si consumò l’epilogo tanto tragico, quando prevedibile. Il 23 maggio 2019 Nicolas Musi uccise il figlio della fidanzata.
La Corte d’Assise di Novara pronunciò la sentenza il 26 maggio 2021, condannando Musi all’ergastolo e prevedendo gli arresti domiciliari per la madre di Leonardo. La donna, che avrebbe dovuto proteggere il piccolo, si rivelò a posteriori la principale complice del suo assassino. All’epoca del processo Gaia si trovava in stato d’interesse, venne quindi trasferita in una comunità in provincia di Torino, in attesa che completasse la gravidanza. Partorì quindi una bambina, che oggi ha 4 anni e che, secondo una prima ricostruzione, dovrebbe essere figlia di Musi.
Lei difende il compagno, lui uccide suo figlio
A distanza di quattro anni dall’omicidio del piccolo Leonardo, la Corte di Cassazione ha confermato la sentenza pronunciata dalla Corte d’Assise di Novara. Gaia Russo Dieni affronterà anch’essa l’ergastolo, raggiungendo il compagno dietro le sbarre. Secondo la ricostruzione delle dinamiche infatti, per quanto Musi rappresenti l’esecutore materiale dell’uccisione, la giovane avrebbe agito come sua complice, rifiutandosi di denunciare le violenze subìte dal figlio alla polizia. Le autorità hanno dunque ritenuto Gaia una corresponsabile della morte di Leonardo e quindi perseguibile penalmente tanto quanto Musi.
Il 19 marzo 2019 la coppia contattò il 118, sostenendo che il piccolo fosse caduto dal lettino e che si fosse successivamente sentito male. Una volta raggiunto il pronto soccorso, gli operatori sanitari riscontrarono un evidente peggioramento delle sue condizioni. Il bambino si spense poco dopo. L’autopsia rivelò la reale causa del decesso, attribuibile alle percosse subìte da Musi. I due complici, in seguito all’arresto, iniziarono ad accusarsi reciprocamente della morte del piccolo. Leonardo ha perso la vita alla tenera età di 19 mesi, condannato dall’aggressività del patrigno e dall’instabilità emotiva di sua madre.