Gli inquirenti sono increduli su ciò che hanno visto. La profondissima buca in cui era sepolta Saman lascia tutti senza parole
Lunga 1,90 metri, larga 80 centimetri per 1,26′. Sono queste le dimensioni della buca che hanno lasciato senza parole gli uomini del Ris dei carabinieri. È questa l’esatta locazione dove il corpo della povera Saman Abbas, 18enne pakistana, è stato ritrovato.
Un dettaglio assolutamente non di poco conto che riemerge in un’aula di tribunale, nel momento in cui vengono raccontati i particolari di un crimine efferato che ha sconvolto l’interno Paese. Saman Abbas, ragazza di Novellara . provincia di Reggio Emilia – e di origini pakistane, appena 18enne, scomparve il 1 maggio del 2021. Fu uccisa per via della sua ferma decisione di rifiutare un matrimonio combinato dalla sua famiglia. I Carabinieri del Ris trovarono il suo corpo, dopo numerose ricerche, solo lo scorso novembre 2022. La povera ragazza era stata sotterrata nei pressi di un casolare vicino a quella che era la sua casa, ma la profondissima buca in cui era sepolta ha lasciato senza parole.
L’incredulità e lo stupore mostrato da un uomo di esperienza e che – per via del suo lavoro – ne avrà sicuramente viste tante, rende almeno vagamente l’idea della crudeltà di ciò che è avvenuto. Chiamato in aula per testimoniare sulla vicenda dell’omicidio di Saman Abbas, Giampietro Lago, comandante del Ris dei carabinieri di Parma, ha parlato di ciò che ha visto nei pressi del rudere, dove venne scavata una profondissima buca per nascondere il corpo della giovane 18enne.
Il militare ha espresso in aula la sua sorpresa per via della profondità della buca, la quale, secondo il comandante, richiede un consistente lavoro fisico, oltre a delle capacità tecniche. Lago ha parlato durante il dibattimento sul caso Saman Abbas presso il Tribunale di Reggio Emilia. Gli inquirenti hanno accusato di omicidio i genitori della giovane, Nazia Shaheen, Shabbar Abbas, il cugino Nomanulhaq Nomanulhaq e lo zio Danish Hasnain. Lago ha fornito importanti dettagli sulle dimensioni della buca, specificando elementi quali la profondità e l’altezza, di circa “un metro e mezzo”.
Si tratta di dimensioni particolarmente elevate, che fanno pensare ad un lavoro fatto da più persone e con mezzi e una preparazione non indifferenti. Per il Comandante dei Ris, infatti, scavare una buca di quel tipo richiede uno sforzo fisico elevato, ma non solo: per ottenere un risultato del genere quella fossa bisogna saperla scavare e, molto probabilmente, è necessario possedere delle strumentazioni e delle capacità tecniche di buon livello.
L’impatto visivo con “un’opera” di questo tipo deve essere particolarmente provante, anche per professionisti di alto livello, abituati ad avere a che fare con questo genere di delitti. Ma questa volta, secondo le dichiarazioni riportate in aula dal comandante Lago, il confronto con altri episodi simili non reggerebbe. Il comandante ha infatti confessato di non aver mai visto “una buca così profonda“, nemmeno quando ebbe a che fare con il triste caso dell’uccisione della Marilena Rosa Re. Anche in quel caso, la 58 enne- scomparsa nel 2017 – venne ritrovata in una buca scavata nel giardino del suo assassino ma le dimensioni dello scavo furono inferiori.
A fornire alcune dichiarazioni relative alle operazioni dei carabinieri è stato anche Franco Mura, luogotenente del Ris. Mura ha infatti riportato le esatte dimensioni dello scavo, rinvenuto dai carabinieri: “larghezza di 80cm, profondità 1,26” e lunghezza 1,90″. Ma a rendere ancora più inquietante le rivelazioni dei militari un altro dettaglio macabro. Tra i reperti trovati all’interno della fossa, infatti, anche un mozzicone di sigaretta, riemerso da uno dei due sacchi in cui vi era stata riposta la terra dello scavo”. Verrà analizzata dalla scientifica per capire a chi apparteneva.
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