La professoressa prosegue la sua battaglia legale contro gli studenti che l’hanno umiliata: ora rischia una denuncia dai genitori.
E’ passato quasi un anno dalla diffusione del video che vedeva la professoressa Maria Luisa Finatti umiliata dai suoi stessi studenti. Un gruppo di quattro adolescenti ha colpito ripetutamente la docente con una pistola ad aria compressa. I pallini di gomma hanno raggiunto prima la testa e successivamente l’occhio sinistro, rischiando di provocare gravi danni. Di fronte all’indifferenza dei ragazzi – e soprattutto in seguito al mancato riconoscimento della gravità dei fatti da parte dei genitori – la diretta interessata ha deciso di denunciare l’intera classe.
Nel mese di giugno quanto accaduto presso l’Istituto Superiore Viola Marchesini ha acquisito nuovamente rilevanza, in relazione alla decisione del Consiglio di Classe di assegnare il 9 in condotta agli studenti coinvolti. Il Ministro dell’Istruzione e del Merito è dunque intervenuto, chiedendo alla dirigente scolastica di “riconsiderare in autotutela le decisioni prese”. Secondo Giuseppe Valditara, il voto di comportamento non deve essere assegnato superficialmente, in quanto indicativo dell’effettiva educazione impartita agli adolescenti. Il Ministro ha proposto di sostituire le sospensioni con dei “percorsi di recupero con attività di solidarietà”.
Maria Luisa Finatti ha spiegato chiaramente le sue motivazioni. La denuncia si trasforma in una strategia educativa, volta a sensibilizzare gli studenti rispetto al rischio di conseguenze gravi di fronte ad un comportamento poco rispettoso e violento. Sembra tuttavia che la versione di quest’ultima non rispecchi effettivamente la realtà dei fatti: uno dei ragazzi si è reso conto dell’errore commesso.
Analizzando le dinamiche di quanto successo l’11 ottobre 2022, la dirigente scolastica ha individuato quattro colpevoli: il proprietario della pistola, lo studente responsabile di aver diffuso il video in rete, colui che ha sparato alla docente ed infine un quarto complice. A quanto pare, il ragazzo che ha colpito Maria Luisa Finatti con i pallini di gomma sarebbe corso immediatamente dalla professoressa per chiederle scusa. Resosi conto della gravità dei fatti, avrebbe deciso di autodenunciarsi alla Preside. Dopodiché, stando alle dichiarazioni del legale della famiglia, avrebbe inviato una mail alla Finatti per chiederle un incontro, in modo da esprimere nuovamente il suo dispiacere. Eppure, la docente sostiene tutt’oggi di non aver ricevuto alcun tipo di sostegno da parte della classe.
“Le informazioni fornite da parte di Finatti” – ha spiegato Nicola Bergamini, legale della famiglia dello studente che ha sparato –sono assolutamente imprecise, se non addirittura false”. Secondo l’avvocato, il ragazzo avrebbe cercato di contattare ripetutamente la docente per esprimerle le sue più sincere scuse. Inoltre, negli ultimi mesi, quest’ultimo avrebbe seguito un vero e proprio percorso rieducativo, concentrato sul volontariato scolastico. I due tra l’altro si sono incontrati nuovamente tra i corridoi, senza manifestare tensioni tra le parti: “Nei giorni successivi agli spari non è mai rimasta a casa” – le parole dell’avvocato – “l’alunno l’ha incontrata e si è scusato di nuovo”.
Nonostante questo, la docente continua a sostenere che la scuola l’abbia abbandonata e che il responsabile di quanto accaduto le ha riservato delle semplici scuse fugaci. Le dichiarazioni della professoressa fanno intendere che l’indifferenza appartenga a tutti gli studenti e che derivi dall’ossessione di apparire sui social network. Peccato che, come spiegato da Nicola Bergamini, lo studente in questione non possieda alcuna piattaforma online.
Di conseguenza, il legale ha sottolineato: “Se si continuerà a generalizzare su condotte del ragazzo che non risultano vere, la famiglia vorrà tutelare l’immagine sia in sede penale che civile”. L’umiliazione subita, il 9 in condotta assegnato dal Consiglio di Classe ed ora la denuncia per diffamazione da parte della famiglia dello studente. Maria Luisa Finatti, inizialmente vittima di una classe inconsapevole, prosegue determinata la sua battaglia legale, sostenendo l’allontanamento totale da parte della scuola e la mancata solidarietà del corpo docenti.
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