Lo Youtuber davanti al Gip per l’interrogatorio sull’incidente di Casal Palocco: “Vorrei tornare indietro”. Il suo avvocato difensore: “Una vita rovinata”
Si è presentato in camicia azzurra e pantalone beige il giovane Matteo Di Pietro, membro e fondatore del gruppo di Youtuber “The Borderline”, davanti al gip di Roma. Il ventenne è stato chiamato a rispondere dell’accusa di omicidio colposo, a seguito dell’incidente avvenuto a Casal Palocco lo scorso 14 giugno.
Nello scontro sono stati coinvolti un Suv Lamborghini, guidato proprio da Matteo Di Pietro, mentre era in compagnia degli altri membri dei The Borderline, e una Smart, in cui vi era il piccolo Manuel di 5 anni, deceduto a seguito delle ferite riportate. Il 27 giugno, dunque, l’interrogatorio da parte del gip Angela Gerardi. A seguito dell’interrogatorio sono emerse le prime dichiarazioni del ragazzo, il quale si è dichiarato “distrutto” per ciò che è accaduto e consapevole di avere ormai una “vita rovinata“.
L’avvocato di Di Pietro: “Due famiglie distrutte”
È durato più di un’ora l’incontro tra Matteo Di Pietro e il gip di Roma. Il ragazzo, accusato di omicidio stradale, ha deciso di collaborare e di rispondere alle domande rivolte dal giudice. Il giovane ha dovuto spiegare la dinamica dell’incidente e fornire la sua versione dei fatti, oltre a chiarire alcuni aspetti che sono al vaglio degli inquirenti. Al momento dell’uscita da piazzale Clodio, il ragazzo – accompagnato dal padre – non ha rivolto parola ai giornalisti, i quali lo hanno seguito per un breve tratto di strada percorsa a piedi. Il giovane si sarebbe presentato davanti al gip affermando: “Vorrei tornare indietro. La mia vita è rovinata“.
L’avvocato difensore di Di Pietro, Antonella Benveduti, si è invece fermata a parlare con i giornalisti per rispondere brevemente ad alcune domande. Il legale del ragazzo ha dichiarato che si tratta di una tragedia per tutti coloro che sono stati coinvolti nella vicenda. La morte del piccolo Manuel ha lasciato sgomenti milioni di persone e sembra aver colpito la coscienza anche del giovane Di Pietro, il quale dovrà fare i conti con il senso di colpa e, ovviamente, con le conseguenze delle sue azioni.
Di Pietro è accusato di omicidio stradale aggravato e lesioni e ora si trova agli arresti domiciliari presso la sua abitazione. Secondo quanto riportato dai primi atti, è emerso che per il gip l’auto guidata dal giovane percorreva le strade di Casal Palocco ad una velocità estremamente elevata, superiore ai limiti consentiti nelle zone urbane. Fino ad arrivare a quella “maledetta” via di Macchia Saponara, dove è avvenuto l’incidente con la Smart: in quel caso il Suv sembra che viaggiasse alla velocità di 124 chilometri orari.
Gli altri testimoni: “Gli avevamo detto di andare piano”
Oltre a Matteo Di Pietro sono stati ascoltati anche alcuni degli altri componenti del gruppo che, il giorno dell’incidente, erano a bordo del Suv Lamborghini. Uno dei testimoni, interrogato dal gip, ha fornito elementi aggiuntivi che fanno maggior chiarezza su quanto successo. Secondo la versione di uno dei ragazzi a bordo dell’auto, a Di Pietro era stato chiesto più volte di rallentare.
Una versione dei fatti da verificare, ovviamente, ma che potrebbe essere avvalorata anche da alcune riprese video fatte da uno o più ragazzi a bordo dell’auto. Al giudice è stato riferito che durante la “challenge” dei The Borderline, sono state fatte alcune riprese con una o più telecamere. Elementi che sembrano aggravare la posizione di Di Pietro, che ha riferito al giudice parole di pentimento. Intanto, interrogata dai giornalisti presenti, l’avvocato difensore del ventenne ha dichiarato che sono in attesa dell’esito relativo alle consulenze tecniche richieste da parte della Procura. Ad essere esaminati saranno i dispositivi sotto sequestro e le analisi sulla velocità effettiva del mezzo guidato da Di Pietro.