Sono le inevitabili domande che si pone il papà di Laura dopo l’assurdo incidente di una Freccia Tricolore che ha ucciso la bambina
Un giorno di riposo con tutta la famiglia, la decisione di partire tutti insieme in auto, poi l’esplosione, l’auto che viene scaraventata fuori dalla carreggiata e le fiamme. In pochi attimi si consuma la tragedia: la corsa in ospedale, la notizia che la più piccola della famiglia non c’è la fatta e la disperazione.
Perdere una figlia piccolissima rappresenta dei genitori un evento inspiegabile, che si manifesta il più delle volte con un grande dolore e tante, tantissime domande. “Potevo fare di più?”, “La colpa è la mia?”, “Ho causato io la morte di mia figlia?”. Sono questi i tormenti di un senso di colpa, ingiustificato, che stanno attanagliando il padre di Laura.
La disperazione del papà. Ora si lotta per salvare Andrea
Per la famiglia di laura, morta a soli 5 anni, le Frecce Tricolori non saranno più un simbolo di festa, gioia e unità nazionale. Il disastro aereo dell’Aermacchi MB-339 del maggiore Oscar Del Do, durante un’esercitazione della pattuglia acrobatica nazionale, ha provocato l’esplosione e la distruzione del velivolo. Le fiamme hanno travolto un’auto di una famiglia che stava viaggiando su una strada di San Francesco al Campo nei pressi di Caselle, a Torino, uccidendo sul colpo Laura Origliasso, la piccola di cinque anni.
Un incidente che Paolo Origliasso, 49enne papà di Laura, non poteva di certo evitare e sui cui non vi è alcuna responsabilità. Eppure, forse la disperazione e il senso di mancanza che ha fatto già visita al cuore del giovane papà, alimentano ingiustificati sensi di colpa e i dubbi che ne derivano. Devono essere state moltissime le domande che hanno affollato la mente dell’uomo durante il suo ricovero presso il Cto di Torino. Ma c’è stato davvero poco tempo per lasciarsi andare alla disperazione perché, subito dopo le sue dimissioni dall’ospedale avvenute in mattinata, l’uomo si è recato con i Carabinieri presso il Regina Margherita di Torino.
Nel reparto di terapia intensiva di Torino è ricoverato in gravi condizioni Andrea, fratello 12enne di Laura, anche lui investito dalle fiamme e con ustioni che hanno interessato circa i 30% del corpo. I medici e gli anestesisti che lo hanno assistito in questo delicato ricovero hanno iniziato a sospendere la sedazione, per risvegliarlo lentamente. Migliorano anche le condizioni di Veronica, moglie di Paolo e madre della piccola Laura. Maurizio Berardino, direttore dell’anestesia e rianimazione della città della salute, ha spiegato che la donna resterà ricoverata ancora qualche giorno, sotto la stretta osservazione dei chirurghi plastici. Sarà compito dei genitori di Laura, supportati da uno staff di psicologi già al lavoro, a spiegare al piccolo Andrea la perdita della sorellina. Si tratterà di un momento delicato e complesso per il papà Paolo, che dovrà farsi largo tra il dolore e sensi di colpa i quali, probabilmente, non troveranno mai risposta.
Il fascicolo d’indagine
Nelle ultime ore gli investigatori hanno effettuato un nuovo sopralluogo presso Caselle e San Francesco, cercando di fare più chiarezza su quella che è stata la dinamica dell’incidente. Intanto è arrivata l’attesa apertura di un fascicolo d’indagine da parte della procura di Ivrea. Le ipotesi sono di disastro aereo e omicidio colposo. Sono attesi dunque i risultati dei rilievi che chiariranno se a provocare l’incidente è stato realmente uno stormo di uccelli, ad ora l’ipotesi più probabile.
Il Generale Luigi Del Bene, comandante delle forze di combattimento di Milano, ha commentato la decisione della magistratura come “atto dovuto”. Gli inquirenti analizzeranno gli strumenti di bordo e la scatola nera. Elementi essenziali per capire cos’abbia davvero provocato il drammatico epilogo per Laura e la sua famiglia.