Una vacanza da sogno rivelatasi fatale: Andrea muore a soli sei anni a Sharm. Il tragico epilogo era evitabile.
Nel mese di luglio, Andrea Mirabile ha raggiunto Sharm El-Sheikh insieme ai suoi genitori, in modo da godere finalmente di un soggiorno esotico presso la rinomata località egiziana. Dopo pochi giorni il piccolo, di soli sei anni, ha cominciato a manifestare i primi sintomi di una gastroenterite acuta e dunque è stato condotto immediatamente dal medico della struttura. Quest’ultimo ha prescritto la somministrazione di semplici farmaci pensati per le intossicazioni alimentari.
Andrea è stato ricoverato in pronto soccorso poche ore dopo. La mancata repentinità si è rivelata inevitabilmente fatale. Il 2 luglio 2022 il piccolo Mirabile si è spento nell’ospedale di Sharm El-Sheikh, mentre il padre – provato da un forte dolore addominale – è stato trasferito a Palermo, dove ha giovato dell’assistenza medica italiana. E’ stato condotto in rianimazione a causa di gravi problemi renali, per poi essere dimesso qualche giorno dopo.
La madre di Andrea, incinta di 4 mesi, ha subìto ripercussioni lievi. Non ha necessitato di cure mediche ed è potuta rincasare insieme al marito ricoverato. Di fronte ad un epilogo simile, la famiglia ha accusato il resort ove i tre alloggiavano. I genitori di Andrea hanno dichiarato di aver consumato esclusivamente le pietanze e le bevande offerte dalla struttura, e di riscontrare dunque un’effettiva responsabilità del resort rispetto a quanto accaduto. Ad un anno dalla tragedia, il procuratore aggiunto Enrico Petrigni ha chiesto l’archiviazione del caso.
Il risultato dell’autopsia è molto chiaro: Andrea Mirabile è morto a causa della forte disidratazione dovuta alla dissenteria. Si tratta di una gastroenterite acuta, condizione che poteva essere curata laddove il medico della struttura avesse previsto il ricovero immediato del piccolo. Quando il bambino ha raggiunto l’ospedale, era ormai troppo tardi. Il fattore tempo ha avuto un ruolo importantissimo nella morte di Andrea e per questo la famiglia ha chiesto che venissero presi dei provvedimenti ai danni del dottore del resort.
La struttura di lusso evita invece qualsiasi ripercussione legale, in quanto – considerando che nessun’altro si è sentito male – è stata accantonata l’ipotesi di intossicazione per mancato controllo di bevande ed alimenti. Mentre il medico è indagato in Egitto, il procuratore Enrico Petrigni e il sostituto procuratore Vittorio Coppola, che hanno seguito la vicenda da Palermo, hanno richiesto l’archiviazione del caso.
“La richiesta di archiviazione ci è stata notificata oggi” – ha spiegato il legale della famiglia, Mario Bellavista – “siamo in attesa di valutare le motivazioni nei prossimi giorni e si presume che la Procura abbia ritenuto competente la giurisdizione egiziana“. Il medico verrà dunque processato secondo la legge egiziana. La famiglia potrà richiedere il risarcimento per i danni subìti.
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