Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto oggi al Quirinale nell’ambito di una ricorrenza certamente triste. Il 10 febbraio è infatti istituito come Giorno del Ricordo in memoria delle vittime dei foibe e dell’esodo istriano. Mattarella ha quindi provveduto a ricordare quanta sofferenza abbia provocato quell’avvenimento e come la memoria abbia un ruolo fondamentale nel portare avanti il giusto ricordo per tutte le persone che non hanno vissuto quel momento così drammatico.
Il presidente ha ricordato che sono passati ormai 20 anni da quando il Parlamento italiano ha istituito – con una maggioranza molto ampia, il Giorno del Ricordo, ovvero quella giornata dedicata al percorso di dolore inflitto agli italiani di Istria, Dalmazia e Venezia Giulia durante la Seconda Guerra Mondiale e anche successivamente. Mattarella ha spiegato come sia giusto “conservare e rinnovare la memoria della tragedia negli italiani e in tutte le vittime delle foibe“, sottolineando tutta la sofferenza del momento ma anche l’attenzione che le istituzioni hanno dato e continueranno a dare su questo profondo tema.
Il Presidente della Repubblica ha ricordo vessazioni e violenze dure, ostinate, con un’epurazione attraverso l’esodo di massa. Mattarella ha poi chiaramente spiegato come “nessuno deve avere paura della verità, perché la verità rende liberi. Tutte le dittature falsano la storia e manipolano la memoria nel tentativo di imporre la verità di Stato. La nostra Repubblica non ha avuto timore di scavare nella nostra storia per riconoscere omissioni, colpe ed errori”. Il Capo dello Stato ha aggiunto che una delle peggiori conseguenze di eventi come quello delle foibe è l’indifferenza, la quale poi genere oblio e rimozione.
Mattarella ha poi parlato anche della guerra in Ucraina, purtroppo più presente che mai da quasi un anno. Il Presidente della Repubblica italiana ha parlato dell’insensata e tragica invasione russa del Paese, definendola come un inaccetabile tentativo di portare indietro le lancette della storia a tempi più oscuri. Inoltre, per quanto concerne la situazione dei Balcani, Mattarella parla di grandi passi in avanti fatti da Italia, Slovenia e Croazia insieme.
Anche il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in occasione del Giorno del Ricordo, ha voluto esprimere il suo pensiero. Il suo discorso si è basato – come quello del Capo di Stato – su un aspetto importante, quello di conoscere e conservare, oltre che rinnovare, la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe. Meloni si è concentrata moltissimo sui tanti italiani che hanno dovuto abbandonare la loro casa e le loro terre solo per il fatto di essere italiani. Persone che poi non sono state accolte come avrebbero dovuto, secondo quanto spiega.
“La Repubblica ha però ricucito questa pagina dolorosa della storia nazionale con la legge numero 92 del 30 marzo 2004”, ha spiegato.
Anche il leader della Lega Matteo Salvini ha parlato del Giorno del Ricordo, auspicando – in maniera forse un po’ piccata – che durante il Festival di Sanremo possa esserci modo e maniera per ricordare la sofferenza di quegli anni. Salvini ha spiegato come, secondo lui, la tragedia delle foibe debba essere sempre ricordata dagli italiani e insegnata nelle scuole. “Bisogna ricordarsi di queste centinaia di migliaia di italiani massacrati, trucidati e costretti a scappare perché avevano la sola colpa di essere italiani non comunisti. Speroche il Festival della canzone italiana dedichi qualche secondo a questa pagina tragica”, ha concluso.
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