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Famiglia distrutta a Santo Stefano di Cadore, la donna potrebbe averlo fatto di proposito

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Confermato lo stato di fermo per la donna che ha investito quattro persone a Santo Stefano di Cadore. Il paese proclama il lutto cittadino.

Lunedì 10 luglio il Sindaco di Santo Stefano di Cadore Oscar Meneghetti ha proclamato il lutto cittadino. Lo scorso 6 giugno, la 31enne tedesca Angelika Hutter ha travolto quattro persone appartenenti alla stessa famiglia. Elena, unica sopravvissuta all’impatto, ha perso il compagno di vita Marco, la madre Mariagrazia e il figlio Mattia, di soli due anni. Tra i testimoni anche il padre della 42enne, marito della vittima e nonno del piccolo, il quale ha avuto un malore in seguito alla tragedia alla quale ha assistito in prima persona. La gip (Giudice per le Indagini Preliminari) Enrica Marson ha confermato lo stato di fermo per la donna, la quale dovrà rispondere alla accuse di omicidio stradale plurimo.

Famiglia distrutta a Santo Stefano di Cadore, il sindaco proclama il lutto cittadino – foto: ansa – lintellettualedissidente.it

Martedì 11 luglio, precisamente alle 13.00, la Procura Provinciale di Belluno ha organizzato una conferenza stampa, in modo da chiarire la posizione delle autorità nei confronti della donna. Considerando le dinamiche di quanto accaduto infatti, nelle ultime settimane giornali e riviste scandalistiche hanno diffuso delle informazioni errate, che riguardano per lo più le motivazioni che avrebbero spinto Angelika ad investire la famiglia veneziana. Alcuni hanno ipotizzato che si trattasse persino di omicidio volontario. A fronte di questo, la Procura ha deciso di fugare definitivamente qualsiasi dubbio sulla vicenda, rispondendo in prima persona alle domande dei giornalisti.

“Per evitare l’ulteriore diffusione di notizie inesatte” – ha spiegato il procuratore Paolo Luca – “[…] considerate anche le plurime richieste provenienti da giornali e televisioni, si rende necessario organizzare una conferenza stampa […] nel corso della quale la Procura fornirà le sole notizie compatibili col rispetto del segreto d’indagine”. Nel frattempo, Angelika Hutter è stata arrestata e trasferita presso il carcere femminile della Giudecca di Venezia.

Angelika Hutter in stato di fermo per omicidio plurimo: “Sono in un baratro”

La 31enne Angelika Hutter, responsabile della morte di due adulti ed un bambino di soli 2 anni, è stata arrestata a condotta presso il carcere femminile della Giudecca. Secondo le recenti dichiarazioni della Procura, sembra che la turista tedesca non sia ancora stata sottoposta ad interrogatorio poiché incapace di intendere e di volere. Lunedì 10 luglio Angelika è stata ricoverata presso il Reparto di Psichiatria dell’ospedale di Venezia. Il legale d’ufficio Giuseppe Triolo, responsabile del caso, ha spiegato che la giovane non ricordi assolutamente niente di quel tragico 6 luglio, tantomeno di aver effettivamente ucciso tre persone.

Angelika Hutter in stato di fermo per omicidio plurimo – foto: ansa – lintellettualedissidente.it

“Sono in un baratro” – continua a ripetere dietro le sbarre del carcere, in un limbo sospeso tra la consapevolezza e l’incoscienza. Non sono ancora chiare le dinamiche che hanno portato alla morte prematura di Mariagrazia, Marco e Mattia. L’alcol test e gli esami tossicologici sono risultati negativi, di conseguenza la Procura non riesce a spiegare come Angelika abbia potuto perdere il controllo dell’auto. Stando alle informazioni accumulate tramite le testimonianze dei presenti, avvallate dalle immagini delle telecamere di sorveglianza, sembra che la Hutter viaggiasse ad oltre 70 km orari, 20 oltre il limite previsto dalla legge.

“Non era al telefono, né navigava sul web” – ha spiegato il procuratore Paolo Luca, il quale ha comunque sottolineato che Angelika sarebbe “una persona che non ha capacità di contenimento dell’ira”. Gli inquirenti dunque hanno ipotizzato che potrebbe trattarsi di uno scatto improvviso di rabbia, teoria che per il momento non contempla un’assoluta certezza. E’ proprio la mancanza di una ragione precisa che ha spinto i cittadini a credere che si tratti di omicidio volontario. Ipotesi che rimane comunque inspiegabile considerando che tra la famiglia e la donna alla guida non intercorresse alcun tipo di rapporto personale. Analizzando il contenuto dell’auto, gli inquirenti hanno ipotizzato che la 31enne vivesse nella sua Audi nera. La polizia ha trovato della frutta e della verdura, ma anche coperte, vestiti sporchi e oggetti per la cura personale.

 

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