Lo scioglimento dei ghiacciai in Alto Adige rappresenta una prova spaventosa dell’aggravarsi della crisi climatica.
Il fenomeno dello scioglimento dei ghiacciai rappresenta un tema alquanto dibattuto dalle forze politiche e scientifiche. I telegiornali spesso accennano ai possibili e non troppo lontani disastri derivati dall’innalzamento delle temperature, senza tuttavia spiegare concretamente quali conseguenze potrebbero toccare direttamente gli esseri viventi. Non si tratta infatti di un mero aumento del livello dell’acqua, bensì dello squilibrio dell’intero sistema terrestre.
In primo luogo, i ghiacciai – soprattutto se facciamo riferimento alle due grandi calotte dell’Antartide e della Groenlandia – vantano il potere di mantenere stabile la condizione termica relativa all’intera superficie del nostro Pianeta. Grazie all’effetto riflettente, il ghiaccio disperde il calore accumulato nello spazio, permettendo agli esseri viventi di godere della temperatura ottimale di sopravvivenza. In secondo luogo, non possiamo non fare riferimento all’importante riserva di acqua dolce che ne deriva. I ghiacciai alimentano le nostre fonti e ci consentono di accingere ad un vero e proprio serbatoio naturale persistente anche nei mesi estivi. Cosa succederebbe dunque se i ghiacciai cessassero di esistere?
Scioglimento dei ghiacciai, un reale pericolo per la nostra sopravvivenza
Prima di tutto, la perdita dello strato riflettente del ghiaccio sulla superficie terreste contempla un inevitabile aumento delle temperature. E’ importante sottolineare che questo non significa il semplice raggiungimento della soglia dei 40 gradi, bensì la realizzazione di un punto di non ritorno entro il quale poche, se non nessuna, creatura vivente sia in grado di sopravvivere. Dopodiché assisteremo ad un considerevole aumento del livello del mare, capace di corrodere le coste dei continenti, cancellando completamente isole e penisole ed eliminando aeree abitate da oltre 2,5 miliardi di individui.
“Avremo un po’ più di case sulla spiaggia: non è la cosa peggiore del mondo” – sosteneva Donald Trump in occasione del raduno Save America tenuto in Alaska. Peccato che, per tutti coloro che tengono più all’economia che alla salvaguardia del nostro Pianeta, questo si tradurrà in una perdita finanziaria corrispondente a 130 trilioni di dollari. Ed ecco perché l’importanza dell’ecosostenibilità acquisisce progressivamente importanza tra le giovani generazioni, in quanto saranno proprio loro a doversi confrontare con i disastrosi effetti della rivoluzione industriale e dell’emissione continua di anidride carbonica e gas serra. Nel frattempo anche i ghiacciai italiani cominciano ad accusare l’innalzamento delle temperature.
I ghiacciai in Alto Adige stanno sparendo, un metro e mezzo di spessore in meno
Nei mesi estivi la comunità scientifica ha monitorato i livelli dei ghiacciai sulle Vedrette di Ries e sulla Vedretta Lunga di Val Martello, oltre che controllare i valori del ghiacciaio di Malavalle in Val Ridanna. Il Comitato Glaciologico Italiano ha registrato la perdita di un metro e mezzo di spessore. Per quanto riguarda il ghiacciaio della Fontana Bianca in Val d’Ultimo, non viene più preso in considerazione in quanto disintegrato ormai in tre parti.
Le temperature in alta quota non sono mai scese sotto lo zero e questo ha provocato un significativo ridimensionamento della neve, elemento che funge da strato protettivo del ghiaccio sottostante. Questo ha provocato il suo scioglimento: in media cinque centimetri al giorno. “I ghiacciai sono uno specchio del sistema climatico” – ha spiegato l’assessore dell’ufficio di Idrologia e dighe della Provincia Autonoma di Bolzano – “nei prossimi decenni la maggior parte dei ghiacciai del mondo si scioglierà. Ciò significa che verrà meno un elemento importante del ciclo dell’acqua”. Nelle scorse settimane la temperatura registrata presso la stazione meteorologica di Punta Beltovo – a 3.328 metri di altitudine – non è mai scesa sotto i 7 gradi.