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Bus di Mestre, c’è un altro mistero

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Si infittiscono le indagini sull’incidente del bus di Mestre. Ora emerge un altro mistero sullo schianto del mezzo

Non è stata ancora determinata l’esatta dinamica del terribile incidente di Mestre che ha sconvolto i cittadini e milioni di italiani.

La vicenda non è ancora del tutto risolta (ansa) – L’intellettuale dissidente.it

Le indagini proseguono tra numerose ipotesi, piste ancora poco battute e indizi che potrebbero portare fuori strada. Intanto emerge un altro mistero relativo agli ultimissimi secondi del bus prima di cadere dal cavalcavia della statale ed impattare con il suolo. Un mistero che in questo momento sembra essere arrivato ad un punto di svolta.

La velocità del bus un attimo prima dello schianto

Continuano le indagini per capire quale sia stata la vera causa dello schianto avvenuto il 3 ottobre a Mestre, quando un bus è caduto da un cavalcavia provocando la morte di 20 persone e 15 feriti. Informazioni preziose starebbero arrivando dalla Cina, in particolare dalla sede di Youtong, produttrice dei bus La Linea. Come mostrato dal cloud cinese, infatti, il mezzo sarebbe impennato per poi cadere nel vuoto, provocando la tragedia.

Ancora un mistero ora irrisolto (Ansa) – L’intellettualedissidente.it

Ma c’è un altro mistero che rende ancora più strana la dinamica e sollecita ulteriori punti interrogativi. Secondo quanto rilevato dal cloud, infatti, il mezzo guidato dall’autista Alberto Rizzotto – purtroppo deceduto nello schianto – procedeva ad una velocità di 3 chilometri all’ora. Un’andatura che può essere paragonata ad un uomo che passeggia con un’andatura lenta. Era quasi fermo. Un elemento che va aggiunto ai continui “zig zag” del mezzo sul guardrail e alla totale assenza di segni di frenata sull’asfalto. Ma intanto il mistero si infittisce. L’autopsia ha infatti rivelato che l’autista non avrebbe avuto alcun male cardiaco, respingendo quindi l’ipotesi dell’assenza di una persona vigile alla guida. In questo momento, infatti, ci sono più domande che risposte.

Dubbi che potrebbero essere risolti dall’analisi della scatola nera, estratta dal mezzo e ora sotto sequestro. La memoria interna del mezzo potrebbe infatti risolvere alcuni quesiti relativi all’incidente e alla sua dinamica. In particolare, la telecamera frontale presente sul mezzo potrebbe sciogliere i dubbi sul comportamento dell’autista al momento dello schianto. Nonostante la telecamere non punti direttamente sul lato del guidatore, la ripresa grandangolo potrebbe mostrare quali siano stati i riflessi di Rizzotto pochi attimi prima che il bus precipitasse nel vuoto. Intanto in questo momento risultano tre indagati. S tratta del dirigente Viabilità del Comune di Venezia, Roberto  Di Bussolo, dell’ad di La Linea, Massimo Fiorese e del responsabile del Sevizio manutenzione del Comune Alberto Cesaro.

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