L’uomo avrebbe avvelenato prima sua moglie e, successivamente anche la madre della donna. Ora indaga la Procura.
Pesanti accuse sono state rivolte a Giampaolo Amato, accusato di aver ammazzato sua moglie, Isabella Linsalata e ora sospettato di aver ucciso anche sua suocera – la madre della donna – Giulia Tateo.
L’uomo, un medico che ha lavorato in passato anche per la Virtus Bologna, è in carcere per essere stato accusato di aver ucciso, avvelenandola, sua moglie Isabella. Ora è indagato anche per la morte di sua suocera, avvenute in circostanze misteriose. Ad uccidere la donna, secondo una prima ipotesi potrebbe essere stato un mix di farmaci, come nel caso di sua figlia Isabella.
Isabella Linsalata, dottoressa bolognese, è morta il 31 ottobre 2021. Ad ucciderla, secondo le accuse, sarebbe stato suo marito, Giampaolo Amato, il quale avrebbe somministrato alla donna un mix di farmaci rivelatisi poi letali. Ora però ad aggravare la situazione dell’uomo e un’ulteriore accusa, quella secondo cui il medico avrebbe ucciso anche la mamma di Isabella, Giulia Tateo. Ad insospettire i familiari sarebbero state le circostanze analoghe alla morte della figlia, e ora l’ex medico della Virtus Bologna risulta essere indagato.
L’uomo è stato portato in carcere già dallo scorso aprile dopo le accuse di omicidio aggravato nei confronti di sua moglie. Il medico l’avrebbe uccisa somministrandole dosi di Sevoflurano e Midazolam. Una scelta che, secondo l’accusa, sarebbe stata presa dall’uomo per poter vivere con quella che era la sua amante. La conferma della custodia cautelare è arrivata dopo l’analisi di numerosi indizi che dimostrerebbero la sua colpevolezza, ma ora la sua posizione sembra essere ulteriormente peggiorata. La famiglia di Giulia Tateo ha infatti deciso di chiedere la riesumazione del corpo della donna, per permettere ai periti di risalire alla causa della morte che, formalmente è stata correlata ad una patologia coronarica.
Le analisi della salma della donna hanno stabilito le sostanze che hanno ucciso Isabella Linsalata erano presenti anche nel corpo di sua madre Giulia. Una coincidenza che ha fatto partire indagini ancora più approfondite. Purtroppo non è possibile determinare con certezza quale sia la quantità di sostanze presenti nel corpo della Tateo, ma i dubbi sono particolarmente forti. Nonostante la possibilità che la cardiopatia di cui la donna 87enne soffriva resta comunque valida, non è esclusa l’ipotesi di un avvelenamento da xenobiotici. Sarà quindi compito della Procura procedere per chiarire come stanno realmente le cose.
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