Scende dalla macchina per discutere con un camionista: Alessia perde la vita. La giovane era al telefono con una sua amica.
I fatti risalgono al 4 dicembre 2022. Flavio Focassati stava percorrendo il Raccordo, quando improvvisamente Alessia Sbal si è affiancata al camion con la sua Panda. La 43enne ha contestato una manovra rischiosa da parte dell’autotrasportatore e l’ha quindi invitato ad accostare nella corsia di emergenza per un confronto. “Io me ne vado, io non ti ho fatto niente” – le parole dell’uomo, udite dagli operatori del 112, contattati repentinamente dalla diretta interessata. In seguito al confronto, il conducente sarebbe dunque ripartito, lasciando Sbal sul ciglio della strada.
Una manovra azzardata e pericolosa, frutto forse dell’adrenalina prodotta dall’accesa discussione. Focassati si immette nuovamente sulla carreggiata, travolgendo inevitabilmente la donna. Pochi istanti prima che si consumasse l’incidente, Alessia era al telefono con una sua amica. “Ma che fa? E’ pazzo” – le ultime parole. L’autotrasportatore è ora indagato per omicidio stradale ed omissione di soccorso. L’uomo sostiene di non essersi accorto di averla colpita con il tir e di essere dunque ripartito indisturbato. Quanto dichiarato dall’imputato non giustifica, secondo gli inquirenti, la sua estraneità in merito alla morte di Alessia Sbal.
Travolta da un tir
Flavio Focassati ha scelto di essere giudicato con rito abbreviato e punta ad ottenere lo sconto di un terzo della pena. L’uomo – indagato inizialmente per omissione di soccorso e successivamente ritenuto responsabile della morte di Alessia – ha dichiarato di non aver avuto nessuna consapevolezza della tragedia appena compiuta. La postazione del conducente, essendo molto più alta, non gli avrebbe consentito di vedere la figura della donna, pericolosamente vicina al mezzo. Ha poi spiegato di non aver neppure notato il corpo senza vita di Alessia, adagiato sul ciglio della strada.
Dinamica che non convince assolutamente gli inquirenti: l’uomo avrebbe potuto vedere chiaramente la 43enne attraverso gli specchietti retrovisori. “Non sono scappato, sono ripartito” – le parole di Focassati. L’autopsia ad ogni modo ha confermato la responsabilità dell’uomo in merito alla morte. L’obiettivo dell’imputato dunque si riassume nel tentativo di far cadere l’accusa di omissione di soccorso, in modo – eventualmente – da affrontare esclusivamente la pena per omicidio stradale. Nel frattempo gli operatori del 112 hanno confermato di aver ricevuto una chiamata accorata ed agitata da parte della vittima.