Un’escalation che sembra frutto di una maledizione: quattro ragazzi, a distanza di pochi anni, muoiono uno dopo l’altro
Sabato 21 ottobre, alle 7.00 del mattino, Gabriele Sangineto stava attraversando le strisce pedonali in via Flaminia. Avrebbe dovuto prendere il trenino per raggiungere la stazione di Labaro. Tuttavia, la fretta del momento gli ha impedito di notare il taxi che si avvicinava ad alta velocità. Il 21enne è stato travolto prima dalla Toyota e successivamente da un furgone Doblò. I presenti hanno contattato repentinamente gli operatori sanitari del 118, i quali hanno poi condotto Sangineto presso l’ospedale Sant’Andrea. Nonostante l’assistenza del personale medico, Gabriele si è spento a poche ore dal ricovero.
Le autorità hanno provveduto ad eseguire l’esame tossicologico e l’alcol test sui due conducenti. Entrambi sono risultati negativi, sarà dunque necessario ricostruire le dinamiche dell’incidente per poter procedere legalmente. Gabriele studiava Ingegneria a La Sapienza ed era amico di Leonardo Lanna, Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli – anch’essi morti sulla strada. I quattro si erano conosciuti tra i banchi di liceo, frequentavano l’istituto scientifico Margherita Azzarita, in zona Parioli. Sono scomparsi in meno di quattro anni di distanza l’uno dall’altro.
Muoiono uno dopo l’altro
Camilla Romagnoli e Gaia Von Freymann, le prime vittime di quest’escalation di morti sulla strada, vennero travolte da Pietro Genovese – figlio del regista – la sera del 21 dicembre 2019. Il giovane, che viaggiava ad alta velocità, non riuscì a fermarsi in tempo. Secondo quanto espresso successivamente in tribunale: “Stava effettuando una serie di sorpassi, utilizzando al contempo un cellulare”. E’ stato dunque condannato ad otto anni di reclusione per omicidio stradale plurimo, divenuti poi cinque in appello. Tre anni dopo, è toccato a Leonardo Lanna, morto anche lui su Corso Francia.
Il 7 aprile 2022 Leonardo stava percorrendo Corso Francia in sella alla sua moto. Una volta arrivato all’altezza del dosso, ha perso il controllo del mezzo e si è schiantato contro lo spartitraffico. Le telecamere di videosorveglianza hanno ripreso l’intera scena: il giovane viaggiava oltre il limite di velocità consentito, a 70km orari. Ciò nonostante, i genitori di Lanna accusarono l’ente Acea, all’epoca impegnato in lavori di manutenzione sulla strada. In realtà, la buca a cui fecero riferimento si trovava a 20 metri dalla luogo dell’impatto. Per questo motivo, il caso venne archiviato su richiesta del pubblico ministero Attilio Pisani.