La paura per gli attentati terroristici di matrice islamica torna anche in Italia. Ora l’Italia teme la presenza di 146 foreign fighters
L’inasprimento del confitto in Israele con Hamas ha interessato tutto il mondo, ma risvolti negativi in ottica di violenza potrebbero esserci anche in Europa e nel nostro Paese.
Dall’inizio degli scontri tra esercito israeliano e Hamas ci sono stati già due attentati di matrice terroristica che hanno interessato due differenti Paesi (Francia e Belgio). Ma la tensione si sente moltissimo anche nel nostro Paese. Sono 146, infatti, i foreign fighters schedati in Italia e di cui ora si ha paura.
Si torna indietro nel tempo
L’attacco alla scuola di Arras, in Francia, dove un insegnante è stato ucciso a coltellate da uno studente, aveva fatto già accendere una spia di allarme in Europa. Allarme che è diventato ben presto un’emergenza dopo l’attentato in pieno centro a Bruxelles dove un uomo ha ucciso a colpi di mitra due tifosi svedesi. Erano anni che in Europa non si respirava nuovamente l’aria di terrore provocato da attentati di matrice islamica e tutto questo sa tanto di un ritorno al passato che in molti avevano preferito dimenticare. Ma se in Francia e in Belgio la soglia di attenzione è ormai al massimo, anche in Italia ci sono timori legati a possibili attacchi o pericoli.
A fare maggiore paura non sono possibili attacchi compiuti da organizzazioni terroristiche complesse, ma iniziative spontanee di emulazione da parte di cittadini privati. Com’è già avvenuto a Torino nei giorni scorsi, quando un uomo con il coltello è stato fermato dalla polizia davanti ad un sinagoga prima che facesse vittime. Ma ora si teme anche per i 146 foreign fighters schedati nel nostro Paese negli ultimi otto anni. Sono stati inoltre 711 le persone rimpatriate ritenute pericolose.
Le forze di sicurezza e intelligence monitorano 24 ore su 24 i sospetti, ma l’operazione risulta essere particolarmente complicata per via dei continui spostamenti dei soggetti tra molte città del Centro-Nord (dove il loro numero è più alto). In questo momento sono esclusi segnali che possano far pensare a minacce gravi relativi a possibili attentati nel nostro Paese, ma l’attenzione è particolarmente alta. I controlli sono infatti aumentati nei confronti dei migranti entrati nel nostro Paese negli ultimi due anni, ma anche per molti detenuti che potrebbero andare in contro ad una radicalizzazione all’interno delle carceri. Insomma, l’attenzione non è mai stata così alta negli ultimi anni e la paura sempre più diffusa ci fa ricordare anni bui, ma recenti, che hanno terrorizzato non poco l’Europa.