Cosa succede dopo la morte? Ce lo siamo domandato tutti, ma alcuni grandi accademici hanno tentato di rispondere: le loro teorie.
Per quanto magari non vogliamo pensarci troppo, prima o poi la morte arriva inevitabilmente, non importa quanto avanti siamo con la tecnologia e la medicina. E anche se ne siamo tutti a conoscenza, lo siamo solo fino ad un certo punto. Il concetto di morte rimane tutt’oggi un vero mistero.
Effettivamente di morte se ne parla tanto, proprio perché è qualcosa di così sconosciuto. Persino le religioni alla fine cercano di offrire una risposta alla domanda universale di che cosa succede quando si muore, così come tante filosofie hanno fatto nel corso della storia. Di recente, anche alcuni grandi accademici hanno cercato di dare la loro opinione riguardo la famigerata domanda “cosa succede dopo la morte?”.
Le risposte degli accademici sulla morte
Bill Nye sostiene che non esistono prove concrete a riguardo, non abbiamo delle testimonianze che possano essere verificate o affermazioni che non possano essere falsificate. Afferma che essendo chiusi nel piano fisico non abbiamo modo di discutere riguardo al piano metafisico. Sappiamo solo che moriremo e questa certezza dà una certa fretta alla vita di essere vissuta, ed è questa certezza sulla quale, secondo questo pensiero, dovremmo concentrarci. L’incertezza del dopo è quella che regala importanza al prima.
L’astronoma Michelle Thaller invece, si sofferma di più sul concetto del tempo. Ripercorre un filone di pensiero già esplorato da Einstein. Lei sostiene che sotto certi punti di vista, siamo già morti, da trilioni di anni, non siamo ancora nati. L’idea nasce dal fatto che il tempo non è lineare.
In realtà, non esiste nemmeno se proprio vogliamo. Si basa solo sul luogo e sulla velocità della luce, e andando a modificare le due variabili si potrebbe guardare al passato e vedere il futuro. Quindi seguendo questo ragionamento, non c’è davvero un prima e un dopo la morte.
Una vita digitale
Michio Kaku invece ci propone un ragionamento basato sulla tecnologia. Questo fisico teorico ipotizza un mondo futuro in cui tutto ciò che esiste di te potrebbe potenzialmente essere digitalizzato. La tua personalità, i tuoi ricordi, persino le tue reti neurali potrebbero esistere per sempre in uno spazio digitale.
Ovviamente questa filosofia solleva domande difficili, ad esempio, cos’è la coscienza, e può questa essere riprodotta? Siamo intrinsecamente legati al nostro corpo o sarà possibile in un futuro vivere un’immortalità digitale al di fuori da noi? Bill Nye ha sottolineato la difficoltà di questa ipotesi: “Preferisci essere intrappolato in un prodotto di Apple per il resto della tua vita digitale o punteresti di più su un prodotto Microsoft?”.
Battute a parte, una risposta su cosa c’è dopo la morte del corpo ancora non c’è.