La guerra in di Israele preoccupa l’Ucraina, che rischia ora la riduzione degli aiuti militari. La Russia incalza con una campagna mediatica.
Vista da Mosca, la tragica crisi del Medio Oriente, scoppiata con l’attacco di Hamas ad Israele e conseguente risposta, è un’eccellente opportunità per accusare l’Occidente di aver trascurato il problema, per concentrarsi strumentalmente sull’Ucraina. E la Russia sta già sfruttando l’occasione di creare un cuneo nell’opinione pubblica, con l’obiettivo di disgregare il consenso a favore dell’Ucraina.
Lo sostiene l’Institute for the Study of War di Washington, un think thank fondato nel 2007 durante la guerra in Afghanistan, ovvero un centro studi che offre analisi e ricerche sulle guerre in corso. Ricordando che thank significa anche “carro armato”, nulla vieta di ritenere che l’istituto, pur presentando dati di fatto, partecipi ai conflitti con la forza delle idee.
Il Cremlino incassa la rendita di posizione
La controffensiva ucraina è stata sostenuta da una campagna mediatica martellante, tesa a screditare la Russia, fino a colpire la percezione consolidata della cultura russa, gli artisti e tutti gli sportivi oltre che il movimento pacifista italiano e internazionale. Come spiega lo studio dell’istituto pubblicato sabato 7 ottobre sotto il titolo “Valutazione della campagna offensiva russa”, ha già iniziato la sua controffensiva mediatica, per rafforzare il sostegno della popolazione russa e accusare l’Occidente.
Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev si è immediatamente attivato per accusare l’Occidente d’aver bloccato l’iniziativa possibile e necessaria per la pace in Medio Oriente, pur di interferire con la Russia in Ucraina. Il ministero degli affari esteri di Mosca ha aggiunto che sarebbe stato necessario formare un quartetto con Stati Uniti, Russia, Onu e Unione europea per trattare con israeliani e palestine: l’ossessione anti-russa di Washington invece ha prevalso.
Guerra dei nervi per causare depressione a Kiev
Non poteva perdere l’occasione Sergey Mardan, conduttore di Komsomolskaya Pravda, una radio russa controllata dall’oligarca Grigory Berezkin, che s’è fatto tristemente notare per aver esaltato con un “non lo nascondo, è bello”, i fuochi d’artificio di Dnipro, ovvero il bombardamento di un condominio. Mardan ha dichiarato che l’Occidente si occuperà del Medio Oriente, distogliendo l’attenzione dall’Ucraina, a vantaggio della Russia.
L’istituto americano commenta che in questo modo il Cremlino vuole ottenere un calo di fiducia tra i cittadini ucraini, convincendo invece il pubblico russo dell’inevitabile, prossimo isolamento internazionale di Kiev. Il risultato quindi sarà un incremento di informazioni sul Medio Oriente, che sta attraendo i blogger russi, con l’effetto di una riduzione di notizie sulla guerra d’Ucraina. Il ruolo dei blogger russi è importante come cassa di risonanza e approvazione delle strategie del Cremlino. L’obiettivo di demoralizzare la società ucraina dovrà essere verificato e l’istituto di Washington seguirà gli sviluppi della campagna informativa russa.
A Washington c’è un candidato che forse sorride
C’è un altro problema però anche per l’opinione pubblica americana, che dopo il flusso di miliardi di dollari a favore di Kiev ha già udito la Casa Bianca garantire aiuti anche a Israele. Anche Donald Trump tenterà di beneficiare del rischio di impopolarità cui si espone il presidente democratico per il pesante impegno economico sui teatri di guerra.
Per il presidente ucraino Zelenskyj, distintosi per l’incessante richiesta di armi in dono oltre che di aiuti umanitari, in un contesto di alta corruzione, il pericolo dell’isolamento internazionale è un dato di fatto. Fra l’altro la Slovacchia, subito dopo le recenti elezioni, ha ritirato il proprio sostegno a Kiev. Crescono infine le probabilità di un tentativo di risolvere la guerra d’Ucraina nel più breve tempo possibile.