Arrestata in flagrante dalla polizia ucraina una commessa che faceva la spia per i russi che preparavano un attentato
Doveva essere, anzi sembrare la più innocente delle forniture di servizi che si fanno tutti i giorni, senza pensarci troppo. Una commessa di negozio, si sa, per poter ricevere un ordine, deve sapere dove e quando vanno effettuate le consegne. E’ del tutto normale che chieda informazioni. Per i servizi di sicurezza ucraini (Sbu), però, in questo caso l’interessata ha fatto troppe domande.
C’è stato però uno sforzo eccessivo, da parte della donna, per sapere dove e quando, e quanto. Se le informazioni risultano connesse con depositi di armi, la prudenza è giustificata. Trattandosi degli spostamenti del presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelenskyj, molto di più. E’ noto infatti che la Russia intende esplicitamente rimuovere dalla carica il numero uno di Kiev.
Un presidente da anni nel mirino dei russi
E il pericolo di attentati a un capo di Stato in guerra è elevato. La “guerra ai traditori”, come la chiama Zelenskyj, è intensa in Ucraina. Tanto che due alti funzionari della Sbu sono stati licenziati recentemente. Il motivo? Non hanno perseguito i “traditori” con la giusta aggressività. La Sbu ha diramato il 7 agosto una nota stampa, con la quale spiega i motivi dell’arresto di una donna nella regione di Mykolaiv, dove Zelenskyj si è recato più volte in visita. Ultimamente, in occasione del crollo della diga di Kakhovka in giugno, e a fine luglio dopo i bombardamenti.
Nell’ultima visita, Zelenskyj è entrato negli ospedali e ha incontrato i medici, nella città di Ochakiv. La commessa ha cercato informazioni troppo dettagliate. Non è stata arrestata subito. I servizi segreti ucraini l’hanno tenuta sotto osservazione, per potere ricavare informazioni sui destinatari del lavoro di spionaggio che stava eseguendo. E sui compiti che le erano stati dati. Hanno voluto arrestarla in flagrante. Ci sono riusciti, nel momento stesso in cui trasmetteva le informazioni ai servizi russi.
Frequenti le visite nella regione di Mykolaiv
Ora è accusata di aver comunicato, senza alcuna autorizzazione, informazioni riservate su armi e movimenti di truppe. Potrebbe restare in carcere fino a 12 anni. Così afferma la nota dei servizi ucraini, senza indicare alcuna verifica indipendente delle accuse. Della donna, non si sa altro che quanto dichiarato dalla Sbu e dallo stesso Zelenskyj. Il quale nel suo canale Telegram ha inoltrato una foto dell’arrestata, con il volto sfocato, tra due agenti di polizia. E’ una residente di Ochakiv. Caccia alle streghe? Il New York Times ha sottolineato esplicitamente l’assenza di verifiche indipendenti.
E’ un dato di fatto però che la Russia intendeva bombardare massicciamente l’area in cui si sarebbe trovato il capo di Stato. Al suo arrivo, il presidente sarebbe stato salutato da una scarica di bombe in grado di eliminare lui e chi gli stava intorno. La donna, inoltre, cercava di venire a sapere, sempre secondo la Sbu, dove si trovavano con esattezza i sistemi di guerra elettronica dell’Ucraina, oltre che dei depositi di munizioni.
Bombe e missili russi seguono il capo di stato
Ed è stata catturata dalla polizia proprio mentre trasmetteva “le sue informazioni” alla Russia. Si tratta di copie di messaggini telefonici e di appunti presi a mano, che potevano servire a una mappatura degli spostamenti del presidente, minuto per minuto. Inevitabilmente, dopo aver scoperto il complotto, i servizi di sicurezza hanno aggiunto ulteriori misure di protezione per salvaguardare la vita di Zelenskyj.
Sia Mykolaiv che Ochakiv si trovano in riva al mar Nero, fra Odessa e Kherson. Una zona di particolare interesse strategico, colpita dalle bombe russe più volte dall’inizio del conflitto, con distruzione di abitazioni e vittime civili.
Il 20 luglio, come ha fatto sapere il Servizio di emergenza dello Stato di Kiev, la Russia ha sparato una ventina di missili di diverse classi e 19 droni d’urto in diversi punti dell’Ucraina. A Mykolaiv ci sono stati 18 feriti, tra i quali 5 bambini; a Odessa un morto e quattro feriti.