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Esteri

Un ragazzo di soli 17 anni ucciso senza motivo. La Polizia in Francia commette un errore di troppo

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E’ stato ucciso con un colpo a bruciapelo di un poliziotto, durante il controllo della sua auto. Da due giorni dilagano proteste e violenze

Nahel, un adolescente di 17 anni di origine algerina, è stato ucciso l’altro ieri da un colpo sparato a bruciapelo da un poliziotto. Si trovava a bordo della sua automobile, una Mercedes gialla ferma a un posto di blocco cittadino. Il poliziotto, ora agli arresti, guardato a vista, ha riferito che il ragazzo ha rifiutato di ubbidire. E’ il classico refus d’obtempérer, lo stesso motivo all’origine di molte tragiche morti negli ultimi anni in Francia.

Polizia e manifestanti tra i lacrimogeni oggi a Nanterre – lintellettualedissidente.it Ansafoto

Un video mostra che i fatti sono stati più gravi di quanto riferito dall’autore dello sparo. Nel filmato, si vede l’agente premere il grilletto mentre la Mercedes si mette in movimento. Poche decine di metri più avanti l’auto sbanda, fuori controllo, sbattendo contro un palo della segnaletica, tra gli alti palazzi della periferia. Il ragazzo è morto circa mezz’ora dopo. Si è scatenata subito un’ondata d’indignazione.

Il “rifiuto di ubbidire” all’origine di molte morti simili

Oggi a Nanterre la madre della vittima ha guidato una manifestazione di protesta, la marcia bianca. Circa 6.200 i partecipanti mentre le proteste crescevano. Quando il corteo è arrivato di fronte al tribunale di Nanterre, è esplosa la rabbia. Per contenerla la mobilitazione della polizia francese è impressionante, anche se non è stato  decretato lo stato d’emergenza chiesto da più parti. 40mila gli agenti schierati in tutto il Paese dal ministro degli Interni Gérald Darmanin, di cui 5mila soltanto nella banlieue.

Gli scontri sono iniziati l’altro ieri dalle parti di Vieux-Pont, si sono propagati agli altri Comuni dell’Alta Senna, come Asnière e Colombes. Il fantasma di George Floyd, all’origine di Black lives matter è negli occhi dei manifestanti. Si vedono incendi di pallet e di baracche da cantiere. Si conta al momento un totale di 42 veicoli incendiati, con scoppi di mortai da fuochi d’artificio e altro ancora, fra sassate contro le vetrine e lacrimogeni. Ben 150 gli arresti nella notte scorsa e 170 agenti feriti.

Notte di collera e di tensione nella banlieue

Ancora ci si ricorda della spaventosa aggressione razzista della polizia francese nel 1971 ai danni di una manifestazione di algerini. Le cicatrici sono antiche e attraversano diverse generazioni di immigrati, in un’interminabile catena di rivolte e di sangue. Dopo Sarkozy, i lavori di ristrutturazione sono stati tali, che il panorama delle periferie è cambiato. L’aspetto non è più quello del degrado. La realtà vissuta però è la stessa. Emarginazione, povertà, disuguaglianze.

Manifestazione nella banlieue di Parigi – lintellettualedissidente.it Ansafoto

Si torna a parlare della difficoltà della polizia nella comunicazione con gli abitanti della banlieue di Parigi. In discussione, ancora una volta, il regolamento che permette agli agenti di sparare in caso di rifiuto di ubbidire. Si sottolinea ancora una volta che si tratta di regole troppo ambigue. Intanto il vescovo Matthieu Rougé ha lanciato un appello alla fraternità fra le religioni. Tra i cartelli di protesta ci sono infatti rivendicazioni islamiche. Il ministro Darmanin ha affermato che nessun ragazzo di 17 anni deve morire. E ha sottolineato che il processo a un poliziotto non può trasformarsi in un processo a tutta la polizia. Il suo invito, rivolto a tutti i cittadini, è di prestare attenzione a ogni parola.

 

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