L’intelligence sudcoreana non ha dubbi: la Corea del Nord ha provveduto a consegnare una maxi fornitura di proiettili a Vladimir Putin.
I vertici dell’agenzia di spionaggio di Seul hanno confermato l’invio di una maxi fornitura di proiettili destinata al conflitto russo-ucraino. Il frutto, questo, della negoziazione tra Kim Jong-un e Vladimir Putin, avvenuta presso il cosmodromo di Vostochny. E mentre Zelensky continua ad appoggiarsi all’Occidente, il nemico ha trovato un fedele alleato nella Corea del Nord. Secondo il Nis sudcoreano, il leader russo avrebbe ricevuto dieci spedizioni di munizioni, associate poi ad un milione di corpi di artiglieria. Il necessario dunque per resistere al conflitto per altri due mesi.
La Corea del Nord avrebbe chiesto in cambio assistenza tecnologica per poter lanciare in orbita il proprio satellite spia militare, in quanto sprovvista di dispositivi specifici per il rientro atmosferico e multi-testata, di fatto necessari per la creazione di un missile balistico intercontinentale. La Casa Bianca ha infine confermato quanto espresso dal Nis, poiché in possesso di immagini satellitari che provano la presenza di oltre 300 container in prossimità di Najin – porto navale collocato a nord-est della Corea del Nord. La fornitura avrebbe poi raggiunto Tikhoretsk, località russa che dista 180 miglia dal confine ucraino.
Kim Jong-un contro l’Occidente
Vladimir Putin non sarebbe l’unico a godere dell’assistenza militare di Kim Jong-un. L’intelligence sudcoreana e americana concordano su un possibile coinvolgimento del leader nella guerra israelopalestinese. Sembra infatti che le milizie di Hamas resistano alle forze nemiche grazie all’utilizzo di armi di fabbricazione nordcoreana, tra cui lanciarazzi F-7 ed un’arma a spalla volta al contrasto dei veicoli corazzati. “Sembra che Pyongyang stia cercando di trarre vantaggio dalla guerra tra Israele e Hamas in diversi modi” – l’opinione diffusa da Yonhap, agenzia di stampa sudcoreana.
Akiva Tor, ambasciatore israeliano a Seul, sostiene di conoscere le intenzioni di Kim Jon-un. Di medesimo avviso è infine Yoo Sang-bum, membro dell’Assemblea nazionale della Corea del Sud, il quale crede che il leader rivale abbia intenzione di studiare una strategia di aiuti umanitari e militari per il popolo palestinese. Il diretto interessato è quindi intervenuto, accusando gli Stati Uniti di sfruttare la sua immagine come capro espiatorio, nascondendo in tal modo l’influenza americana sul conflitto israelopalestinese. Nel frattempo Seul e Washington hanno annunciato l’imminente incontro del segretario di stato Blinken e di Park Jin, in modo da discutere di un’eventuale linea difensiva.