Inizia a vacillare il sostegno degli Usa. Ora Zelensky dovrà convincere gli elettori americani ad inviare ancora aiuti a Kiev
Mentre la controffensiva ucraina – seppur moto più a rilento del previsto – sta procedendo a pieno ritmo, qualcosa in Occidente inizia a scricchiolare.
Nonostante gli aiuti miliardi e il grande sostegno economico e politico da parte dell’Europa e degli Usa, l’Ucraina ora inizia a tremare per un possibile abbassamento della guardia da parte delle potenze occidentali, prima su tutte quella americana. In vista delle prossime elezioni, infatti, i cittadini statunitensi dovranno essere convinti a continuare a fornire il loro contribuito alla causa di Kiev.
Inizia a vacillare il sostegno americano a Kiev
Non è un periodo facile per l’Ucraina e per la guerra che sta combattendo dopo aver subito l’invasione della Russia. Complice forse la stanchezza e l’emersione di nuovi interessi politici, il supporto degli Stati Uniti sembra affievolirsi sempre di più. Ad evidenziare la situazione è stato lo stesso Segretario di Stato americano, Antony Blinken, il quale ha ammesso l’esistenza di un sempre crescente scetticismo da parte della popolazione americana sull’eventualità di continuare a sostenere l’Ucraina. In questo momento gli americani sembrano “un po’ frustrati”, ammette Blinken. La sensazione di molti cittadini, continua il Segretario di Stato, è che gli Usa si siano fatti carico da soli del sostegno a Kiev.
Una situazione smentita dallo stesso Blinken, che ha elogiato “il resto del mondo, che sta facendo un lavoro straordinario”. Per il Segretario di Stato, il sostegno all’Ucraina continuerà in quanto si tratta di “interesse nazionale”. Un sostegno che, però, rischia di trasformarsi solo in parole e interessi politici. Il Congresso americano, infatti, ha ufficialmente sospeso la decisione di fornire nuovi aiuti militari ed economici a Kiev, circa 6 miliardi di euro. Una scelta strettamente politica, che quindi presuppone un compromesso da trovare in breve tempo tra Repubblicani e Democratici, ma che fa paura a Kiev.
Se lo stesso Segretario di Stato ha parlato di “frustrazione” tra i cittadini, anche la politica americana sembra esser divisa. I Democratici sono apertamente a favore del sostegno all’Ucraina, mentre i Repubblicani hanno dimostrato più volte parecchio scetticismo. E ciò si riflette sulla popolazione, soprattutto in vista delle elezioni presidenziali previste per il novembre del 2024. L’elezione del nuovo presidente americano sarà determinante per l’esito del conflitto in Ucraina e il presidente Zelensky lo sa bene.
Zelensky: “Sento il sostegno degli Usa”
Il sostegno degli Stati Uniti per l’Ucraina, inutile dirlo, conta molto più di quello dell’Europa. Il presidente Zelensky lo ha sempre lasciato intendere e, nonostante le parole non proprio tranquillizzanti di Blinken, ha cercato di tendere una mano all’alleato numero 1 di Kiev. “Io sento che il sostegno da parte degli Stati Uniti c’è – ha affermato Zelensky in un’intervista – così come c’è il sostegno della Casa Bianca e del Congresso”. Tuttavia, tra le righe di parole istituzionalizzate, si legge il timore di un cambio di rotta decisivo da parte della prima potenza economica mondiale. Una situazione che andrà gestita con calma, ma che inevitabilmente dovrà poggiare anche sulla propaganda e su risultati immediati sul campo.
Kiev ha infatti reso pubblico un tentativo di sbarco di alcune forze speciali ucraine sulla penisola della Crimea, a Tarkhankut. Fonti governative di Kiev hanno anche diffuso un video dell’operazione, ma secondo quanto si apprende, si sarebbe trattato semplicemente di un’azione dimostrativa della fragilità dell’esercito russo in Crimea. Mosca dichiara di aver catturato uno dei sabotatori, mentre Kiev rivendica il gesto pubblicando un video di soldati ucraini che sventolano la bandiera gialloblu. La guerra, dunque, continua sulla scia di una sempre più crescente sfiducia da parte dell’Occidente ed episodi come lo sbarco in Crimea – seppur inutile dal punto di vista militare – sembrano azioni volte a mantenere il morale alto sia delle truppe che degli alleati internazionali di Kiev.