Il grande sconfitto del vertice Nato di Vilnius è il presidente Ucraino Volodymyr Zelenskyj. Le sue richieste sono state respinte
L’Ucraina rischia di finire nel caos. Nemmeno la Russia è al sicuro. A meno che non ci sia un cessate il fuoco entro la fine di quest’anno. Il pericolo riguarda direttamente anche l’economia europea, già di secondo piano nel mondo. E il motivo è che gli Stati Uniti non intendono impegnarsi nella guerra dopo il 2023. Lo hanno deciso sin dal novembre ’21, perché non vogliono combattere contro la Russia.
L’evento più importante, ora, è che l’Ucraina non è entrata nella Nato. Manca persino il cronoprogramma del percorso da fare per il suo ingresso. La guerra, va ricordato, è iniziata per questo. Zelenskyj ha puntato tutto su quest’obiettivo. E non l’ha ottenuto. Il fondatore e direttore della rivista di geopolitica Limes, Lucio Caracciolo, lo ha messo in evidenza in un video pubblicato su YouTube. Nel quale svolge un approfondimento sulla crisi tra Ucraina e Stati Uniti.
Il discorso di Caracciolo inizia dallo scenario di pericolo indicato anni fa da Vladislav Surkov, imprenditore e politico per anni consigliere diretto di Vladimir Putin, al di là del suo ruolo ufficiale. La Russia rischierebbe di diventare “area tribale asiatica”, se non riesce a sviluppare il modello della democrazia sovrana. Il potere politico si disgregherebbe fra bande, oligarchie, gruppi trasversali di vario genere, etnie e mafie.
Mancherà un potere centrale, in grado di garantire sicurezza, benessere materiale, libertà ed equità ai cittadini. E soprattutto identità e continuità alla gloriosa e più che millenaria storia della Russia. E’ un orgoglio che in Europa, possiamo aggiungere, nessuno rivendica con forza. L’Ucraina non sta meglio, nota Lucio Caracciolo. Forse peggio.
La controffensiva di primavera si prolunga in estate, senza successo. Di tanto in tanto il presidente Zelenskyj e il capo delle forze armate Valery Zaluzhny lamentano i ritardi nella fornitura di armi. Zaluzhny ha dichiarato: “E’ come se combattessimo arco e frecce”.
Quel che è peggio, è che gli Stati Uniti hanno ribadito di non sostenere più Kiev, se non ci sarà almeno un cessate il fuoco entro la fine del 2023, aprendo le trattative per la pace. Nel 2024 ci saranno le elezioni presidenziali negli Usa, in Russia e in Ucraina. Zelenskiyj potrebbe non essere confermato. Fra i tre presidenti, è quello con le minori probabilità di rielezione.
Dopo un dibattito interno faticoso e pieno di dubbi, la Casa Bianca concederà le bombe a grappolo, per quanto vietate dall’Onu. Scelta obbligata, perché gli arsenali sono vuoti. La Russia non ha certo stravinto come credeva, tuttavia è riuscita a logorare gli occidentali. La controffensiva ha un andamento che può migliorare, prosegue Caracciolo, ma la crisi con la Casa Bianca no.
Il vertice Nato di Vilnius, malgrado sorrisi e strette di mano, ha sancito il diniego a Kiev. Joe Biden si oppone alla guerra contro la Russia per ricostituire i confini ucraini del ’91, deludendo le richieste di Zelenskyj. Forse sarà creata un’istituzione intermedia, una sorta di consiglio Nato-Ucraina. Come in passato ce ne fu uno Nato-Russia, senza esito.
Sono state confermate le decisive rivelazioni sui negoziati segreti tenuti nel novembre ‘21 tra la Cia, il governo russo e lo stesso presidente Putin. Ci fu una telefonata top secret fra il direttore della Cia William Joseph Burns, già ambasciatore a Mosca, e Vladimir Putin, che si trovava a Sochi. Insieme hanno stabilito le regole del gioco. Washington ha garantito di non fare la guerra alla Russia e di non voler rovesciare Putin, con l’impegno che nessuno usi il nucleare.
La Russia si è impegnata a non attaccare i Paesi della Nato e a non far la guerra agli Stati Uniti, non avendone né la volontà né la capacità. Nel negoziato riservato, inoltre, sono stati fissati alcuni codici di comportamento da osservare nel livello clandestino della guerra in Ucraina. Nella quale opera un centinaio di agenti americani, contrastati da agenti russi, sempre in base a codici e canoni sperimentati nel tempo.
Gli Stati Uniti hanno ordinato all’Ucraina di non combattere sul suolo russo. L’Ucraina, come ha accertato la Cia, ha disubbidito. E’ apparso un elenco di violazioni. Il gasdotto Nordstream è stato fatto saltare, il Cremlino è stato assalito con i droni, sono state uccise in Ucraina alcune personalità ucraine. E’ stata attaccata la base missilistica di Engels in Russia, nella zona di Saratov. E così via.
Oltretutto il fronte ucraino non è così compatto come nella prima fase della guerra. L’effetto è che la continuazione della guerra causerà altre perdite su entrambi i fronti. E problemi politici nei due Paesi. La conseguenza finale è che, se non finirà la guerra entro l’anno, o non ci sarà almeno un cessate il fuoco, la ricostruzione dell’Ucraina e la gestione del confine con la Russia ricadranno del tutto sulle spalle dell’Europa. Il pericolo, per il Vecchio continente, è una crisi economica grave.
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