Da una situazione di stallo, l’esercito di Kiev è passato all’azione. Ora la controffensiva ucraina tenta le ultime carte
Più che una controffensiva era sembrata, almeno fino ad ora, un semplice cambio di fronte, dove l’Ucraina – pur avendo perso territori importanti – puntava i suoi carri armati verso est. La Russia invece è passata in una situazione difensiva. Decisione che ha di fatto rallentato l’avanzamento dell’esercito di Kiev.
Negli ultimi giorni, infatti, serpeggiava malumore addirittura tra i fedelissimi volontari dell’esercito di Zelensky: i risultati tanto attesi sembravano non arrivare. Ci si aspettava, infatti, un’avanzata travolgente come avvne – anche se in toni minori – nell’estate del 2022. Tuttavia, nonostante la delusione iniziale, ora l’azione di Kiev sembra poter fruttare qualcosa di importante e la controffensiva ucraina potrebbe avere una svolta.
Se fino ad alcuni giorni fa gran parte degli analisti militari e politici commentavano l’avanzata dell’esercito ucraino come “lenta” o “priva di vittorie decisive”, i loro giudizi ora potrebbero cambiare tenore. Nelle ultime ore, infatti, sembra di assistere ad una ripresa vigorosa dell’avanzata di Kiev, con gli uomini di Zelensky che sono avanzati di alcuni chilometri in direzione Melitopol, portando a termine una vittoria, seppur non decisiva, comunque importante.
La conquista del villaggio di Robotyne, nell’oblast di Zaporizhzhia, segna una vittoria tattica di dimensioni importanti per l’esercito ucraino. Secondo alcuni analisti militari, anche italiani, potrebbe esser questa la miccia che farà esplodere definitivamente il conflitto, con il crollo delle difese russe in territorio ucraino. Il successo dell’esercito “occidentale”, fissato nella riconquista del Mare d’Azov, potrebbe infatti avvenire concretamente proprio grazie all’ultimo risultato ottenuto nelle ultime ore. La conquista del presidio di Robotyne, infatti, aprirebbe la strada a Tokmak, città nell’oblast di Zaporizhzhia, in direzione Melitopol.
Una vittoria importante, soprattutto per quanto riguarda il fattore tempo. Per gli esperti, infatti, una controffensiva effettuata via terra in quei territori non può essere effettuata in maniera efficace durante i mesi invernali. Nel periodo più freddo dell’anno, infatti, i terreni nell’est del Paese diventano pesantemente fangosi, rendendo impossibile il passaggio di carri armati e mezzi pesanti, oltre alle difficoltà di manovre degli uomini di fanteria. Ma l’ultima vittoria sembra aver fatto recuperare terreno, tempo e morale all’esercito ucraino.
L’azione portata avanti con decisione nelle ultime ore dagli uomini di Zelensky sembra essere arrivata a seguito di una riunione – tenuta segreta fino all’ultimo – che si sarebbe svolta in Polonia, tra i vertici militari ucraini e quelli della Nato. Nell’incontro sarebbe stato deciso un cambio dir rotta rispetto alla tattica iniziale, ovvero quella di colpire in più punti lungo il fronte russo, con la speranza – e le aspettative – di sfondare per poi proseguire pesantemente e aggirare le riserve di Putin. I vertici dell’Alleanza atlantica hanno infatti suggerito di cambiare l’opzione della “dispersione” delle forze sul fronte, per concentrarsi invece sull’oblast di Zaporizhzhia.
Affermare che la decisione dei vertici militari ucraini sia sta presa, accontentando le forze Nato, sarebbe priva di fondamento e difficilmente dimostrabile. Significherebbe, infatti, conoscere i piani strategici di guerra di Kiev, cosa impossibile. Tuttavia, limitandoci all’oggettività, si può affermare che – secondo quanto annunciato da numerosi esperti di strategie e tattiche militari. – la conquista di Robotyne darà la possibilità all’esercito ucraino di proseguire per Tokmak e conquistare un nodo stradale fondamentale. Con la presa della città, infatti, i carri armati ucraini potrebbero arrivare facilmente a Melitopol a sud – dove è inoltre in azione la controffensiva partigiana ucraina – e Berdiansk a sud-est. Si tratterebbe di vittorie – sì, questa volta – decisive per poter finalmente arrivare fino al Mar d’Azov e puntare i cannoni sulla già martoriata, e tristemente famosa, Mariupol.
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