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Esteri

Ucraina, con i campi minati i russi hanno fermato i Leopard della Nato

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Il Leopard è uno dei carri armati armati più pericolosi del mondo. La tattica russa però ha prevalso sulla tecnica tedesca.

Il Leopard, di fabbricazione tedesca, sembrava ideale per la controffensiva ucraina, con la sua autonomia di 500 chilometri e una velocità fino ai 68 all’ora. E due mitragliatrici in dotazione. L’esercito di Kiev ha dovuto usare i carri armati sovietici, per lo più risalenti agli anni ’80. Sono stati solamente aggiornati, con l’aggiunta di alcuni sistemi d’arma ottenuti dalla Nato.

Carro ucraino abbattuto e firmato “Leopard” – lintellettualedissidente.it Ansafoto

L’Ucraina voleva lanciare la controffensiva prima che entrassero in azione i 150mila russi arruolati in autunno. Per riuscirci, occorreva un numero sufficiente di carri armati Leopard, almeno un centinaio secondo gli analisti. Kiev ne ha chiesti 300. Oltretutto i carri armati sovietici stavano diventando inservibili, per l’esaurimento dei pezzi di ricambio. Di qui l’insistenza del presidente ucraino Zelensky.

I Leopard dovevano guidare la controffensiva

I Leopard poi sono arrivati, con gli Abrams americani. Ne arriveranno a giorni ancora altri, però sinora i russi sono riusciti a neutralizzarli. Nicolai Lilin spiega perché, aggiungendo poi le sue frecciate polemiche contro la Nato. La Russia ha respinto l’attacco dei primi Leopard mettendo in campo una tattica vincente, minando tutto il fronte, per molti chilometri.

Il direttore Nato Stoltemberg presenta i Leopard a Flensburg (Germania) – lintellettualedissidente.it ansafoto

L’effetto è stato che i Leopard non hanno trovato un varco senza mine, e non sono potuti avanzare. Lilin, scrittore noto per «Educazione siberiana», riferisce un dialogo tra un carrista ucraino e un istruttore tedesco, andato in onda su una tv tedesca. Alla domanda del carrista, che vuole sapere come fare per non cadere nella trappola delle mine, l’istruttore risponde di aggirare il campo minato, come appunto insegna il manuale della Nato.

La mossa vincente dell’esercito russo

Ebbene, non si può. Tutto il fronte è stato infarcito di mine, quindi non c’è manuale Nato che tenga. Secondo il manuale, i campi minati si estendono in due chilometri. La Russia, appunto, ne ha realizzati di molto più grandi. I primi Leopard in dotazione, quindi, sono stati distrutti. Lilin sottolinea l’inadeguatezza del manuale Nato, constatando il deficit tattico di cui, senza colpa, sono stati vittime i carristi ucraini.

Leopard pronto per essere consegnato – lintellettualedissidente.it Ansafoto

Il dato di fatto è che la Russia ha attuato ben quattro linee difensive, avendo tutto il tempo per prepararsi a resistere alla controffensiva ucraina, annunciata con enorme anticipo. Le controffensive, come tutti sanno, non si annunciano, per avvalersi dell’effetto sorpresa, che stavolta ha giocato a favore di chi si difende, la Russia.

Il motivo del ritardo nella consegna

Zelensky ha insistito tanto, poiché il governo tedesco sulle prime non voleva autorizzare la consegna dei Leopard. Il consenso della Germania, che li produce per mezzo dell’industria Rheinmetall, è indispensabile; senza, nemmeno gli altri Paesi possono consegnarli. Il premier tedesco Scholz voleva che contemporaneamente gli Stati Uniti mandassero i loro Abrams all’Ucraina, e che gli alleati Nato considerassero insieme la strategia. La Germania infatti teme ritorsioni dalla Russia e non vuole eccessive responsabilità.

Arriveranno nuovi Leopard, e inoltre la Rheinmetall, già punto di forza della Wehrmacht nazista e ora quotata in Borsa a Francoforte, sta istituendo in Ucraina un centro di riparazione per il modello 2A6 e altri equipaggiamenti bellici. La Polonia, sempre aggressiva verso la Russia, intendeva mettere a disposizione di Kiev i suoi Leopard anche senza il permesso della Germania, ormai pervenuto.

La guerra tra Russia e Ucraina sta diventando sempre più uno scontro tra Stati Uniti e Nato da una parte e Russia dall’altra, su terreno ucraino. In questi giorni l’Ucraina sta chiedendo missili a lungo raggio; la risposta russa, da parte di Dmitrij Medvedev, è che allora la terza guerra mondiale sarà inevitabile.

 

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