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Tumori e suicidi, Černobyl fa paura

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Gianluca Merla

Ancora terrore per quello che accadde nell’86. Un uomo si è suicidato a causa di un tumore provocato dall’incidente

C’è ancora chi muore a causa del disastroso incidente di Chernobyl che il 26 aprile del 1986 cambiò per sempre la storia del mondo moderno.

Tumori e suicidi, Černobyl fa paura
Ancora terrore per l’esplosione di Chernobyl (ansa) – L’intellettualedissidente.it

Quel giorno furono in molti a morire a causa dell’esplosione, ma in tantissimi subirono conseguenze, anche letali, per via delle radiazioni a cui furono esposti. Purtroppo, infatti, ancora oggi c’è chi muore e subisce le dirette conseguenze di quella drammatica notte. Tra questi un uomo che, dopo la diagnosi di un ennesimo tumore causato dalle radiazioni, ha deciso di togliersi la vita.

Il tumore per le radiazioni: “Adesso basta”

Una storia incredibile i cui strascichi non sembrano voler abbandonare questo mondo. L’incidente che avvenne la notte del 26 aprile del 1986 è tutt’ora considerato come il più grave episodio che riguarda una centrale nucleare. A ricordarcelo, purtroppo, sono le vittime dirette e indirette che hanno avuto a che fare con quella maledetta notte. Tra questi vi è Viktor Smagin, uomo di 75 anni che, dopo l’ennesimo tumore diagnosticato, probabilmente proprio a causa delle radiazioni subite, ha deciso di togliersi la vita.

Tumori e suicidi, Černobyl fa paura
L’uomo ha deciso di togliersi la vita – L’intellettualedissidente.it

Smagin era un ingegnere che lavorava nell’impianto di Chernobyl e fu tra i primi ad intervenire a seguito dell’esplosione nella centrale. Prese infatti parte all’operazione dei tristemente famosi “liquidatori”, ovvero quegli uomini che si occuparono di eliminare il materiale pericoloso dalla zona della centrale, per evitare altri disastri. Ma il prezzo da pagare fu altissimo. Danni alla salute, continui dolori e, infine, numerose diagnosi di tumore. Come è avvento solo qualche mese fa, fino alla decisione di farla finita. Il 23 ottobre scorso, infatti, Smagin si è buttato dalla finestra del palazzo in cui viveva, lasciando una lettera di addio alla sua famiglia: “Cari Dima, Larisa e Sveva. È arrivato il momento di salutarci. Grazie mille per gli anni che abbiamo vissuto insieme. È stata felicità. Mi dispiace”.

Secondo quanto riportato dai media russi, oltre che dal quotidiano britannico Mirror, l’uomo avrebbe avuto l’ennesima diagnosi di un nuovo tumore, probabilmente causato dalle radiazioni subite a Chernobyl. Quella notte Smagin guardò dal balcone di casa sua gli effetti distruttivi dell’esplosione della centrale, decidendo di accorrere immediatamente per dare una mano. Insieme a migliaia di volontari e operatori cercò di mitigare i danni dovuti alla reazione nucleare, subendo però danni alla salute che per molti sono stati letali fin dai primi giorni successivi al disastro. Smagin ha invece trovato la morte 37 anni dopo.

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