Le tensioni internazionali continuano ad aumentare e, oltre all’Ucraina e a Israele, potrebbe aggiungersi un’altra guerra
Quello che il mondo sta vivendo negli ultimi due anni a questa parte è un periodo di tensione e violenza con pochi precedenti nella storia.
Se già nel 2022 i venti di guerra avevano l’Occidente, sempre più in tensione con le grandi potenze orientali, il riaccendersi del confitto israelo-palestinese non ha fatto altro che peggiorare le cose. Ma le notizie sempre crescenti di un possibile terzo conflitto fanno emergere preoccupazioni e incertezze: gli Stati Uniti potranno reggere un’altra guerra?
Dopo l’Ucraina e Israele potrebbe aprirsi un’altra guerra
Il ruolo degli Stati Uniti nei conflitti mondiali è un dato di fatto che si dà ormai per scontato. La sua storica capacità geopolitica che, nei secoli, ha dato modo alla nazione più potente al mondo di essere determinante, le concede la possibilità di essere attiva in tutti i punti del globo. Se nella guerra in Ucraina il suo ruolo si sta rivelando determinante nell’arginare l’invasione russa, anche in Israele sembra che ricoprirà una posizione fondamentale. Senza l’aiuto dell’intelligence, della preparazione e delle armi americane, difficilmente Kiev avrebbe potuto tenere testa alle forze del Cremlino.
Dopo lo scoppio del confitto (l’ennesimo che avviene nella storia) tra Israele e la Striscia di Gaza (perpetrato dalle forze di Hamas), gli Stati Uniti ricopriranno anche in questo caso un ruolo fondamentale. In questo momento, infatti, due portaerei americane- tra le più potenti al mondo – sono nel Mediterraneo Orientale e nel Golfo Persico, e tanto basta. La presenza americana con la sua flotta dimostra quanto potente sia la sua capacità militare e quali siano le risorse (quasi infinite) per poter svolgere un ruolo di arbitro anche nei conflitti in Medio Oriente. Ma che cosa succede se scoppia una nuova guerra?
Gli esperti di geopolitica che si interessano delle questioni orientali lo sanno bene. L’invasione della Cina per riprendersi Taiwan è data per certa e si ragiona più sul “quando” che sul “se”. Washington è l’alleata numero 1 di Taipei – così come di Kiev e di Tel Aviv – e un attacco cinese vedrà certamente una reazione americana a livello militare. Ma che cosa succederà il conflitto dovesse scoppiare mentre gli americani sono impegnati in Israele e in Ucraina?
Quanto potrebbe resistere
Biden in questi giorni è costantemente impegnato ad interfacciarsi con i leder di tutto il mondo. Gli Stati Uniti sono costantemente interpellati per via del loro ruolo centrale in moltissimi punti del globo. in questi giorni il presidente americano ha parlato con i suoi omologhi di Egitto, Turchia, Giordania e Palestina. Ma le tensioni restano comunque alte e l’alleato scomodo degli Stati Uniti in Medio Oriente potrebbe causare crepe nella diplomazia americana.
Ecco perché Biden, temendo lo scoppio di un nuovo conflitto a Taiwan, ha incontrato il presidente Australiano Anthony Albanese, con il quale condivide l’alleanza “anti-Cina” con il Giappone e il Regno Unito. Pechino potrebbe vedere l’immenso sforzo richiesto agli Stati Uniti in Medio Oriente e Ucraina come la giusta opportunità per intervenire a Taiwan. Ecco perché le alleanza e al diplomazia saranno al centro dell’ultimo anno di presidenza Biden, prima delle elezioni previste per il novembre del 2024. Un contesto che incorona Anthony Blinken, il Segretario di Stato americano, come uno degli uomini più potenti al mondo. Le responsabilità del numero 2 di Washington non sono mai state così alte e ogni decisione dovrà essere calibrata al millimetro. Il rischio è quello di dover finire in una guerra – l’ennesima e forse la definitiva – che nessuno vorrebbe davvero combattere.