L’europeista più convinto, oggi, sembra il presidente della Federazione russa. Non si aspettava tanta sottomissione agli Usa
Tanti anni fa c’era chi desiderava che l’Italia uscisse dalla Nato. C’erano “estremisti di sinistra” che lamentavano la “limitata sovranità nazionale” di un Paese in cui si trovavano basi Nato a disposizione di una superpotenza che mai avrebbe potuto render conto al Parlamento di Roma. La sudditanza all’alleato atlantico non garbava nemmeno all’estrema destra. Nelle assemblee pubbliche era tutt’altro che insolito sentir chiedere “che senso ha la Nato, tanti anni dopo la seconda guerra mondiale”.
Di sovranità nazionale non si parla più, in quei termini. Oggi si vede molto bene a che cosa sia servita la Nato. E avrà ancora molto lavoro, visto che si parla di una sua ulteriore espansione in Asia. Ora sembra che un solo uomo politico di rilievo alluda all’indipendenza dell’Europa dagli Stati Uniti. E’ il presidente russo Vladimir Putin, il quale viene comunque, in parte, sostenuto dagli Stati Uniti.
Paesi europei privi di sovranità nazionale
E’ paradossale constatarlo eppure, malgrado la guerra in corso, Washington ha bisogno che esista una Federazione russa e non il caos. Se a Putin subentra il regno del caos, non si sa chi erediterà le 6mila testate nucleari di Mosca, che oggi, per quanto in guerra, osserva alcuni accordi con la Casa Bianca. La quale, infatti, non intende rovesciare lo zar: vuole solo che sia sconfitto dall’Ucraina. Dal 2024, secondo i piani, dall’America non arriveranno più rifornimenti di armi all’Ucraina.
Vladimir Putin, insomma, in un’intervista ripresa dall’agenzia di stampa Tass, ha tutta l’aria di auspicare un’Europa più indipendente e meno impegnata a contrastare lo zar. Ha bisogno di un sistema di alleanze internazionali per collocare al sicuro il potere della Russia – e il suo. Sembra incoraggiare gli Stati Uniti a disinteressarsi dell’Ucraina, dato che Mosca sarebbe capace di trovare un proprio equilibrio con Bruxelles, o meglio con gli Stati europei, dato che non ha mai concesso un pieno riconoscimento all’Ue.
Gli Usa vogliono che Putin resti al comando
Innanzitutto, il presidente russo contesta la decisione degli Stati Uniti di rifornire di bombe a grappolo l’Ucraina. Il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan ha dichiarato che Kiev le userà molto presto, e Putin replica che l’esercito russo ha bombe a grappolo in abbondanza, per quanto non le abbia mai usate. Il messaggio è chiaro: se l’Ucraina le userà, pur trattandosi di armi vietate dall’Onu, Mosca non potrà non usarle, specularmente. Kiev ha sostenuto il contrario, cioè che la Russia ha già usato le bombe a grappolo e ha disseminato il territorio di mine anti-uomo.
Putin riserva un umorismo grottesco, da spettacolo di satira, ai leader europei. E arriva a sostenere che se gli Stati Uniti chiedessero loro di impiccarsi, lo farebbero. Lo zar ha l’impressione che i politici europei non aspettino altro che ricevere ordini dall’estero. Infatti il Cremlino credeva che la cosiddetta operazione militare speciale contro l’Ucraina si sarebbe risolta in poche settimane.
La reazione europea ha prolungato per oltre un anno la guerra. Putin non risparmia paradossi polemici, senza mai attaccare verbalmente la Casa Bianca. Arriva a dichiarare che se viene comunicato ai politici europei che saranno impiccati tutti, faranno solo una domanda temendo di essere troppo audaci. Chiederanno di usare corde fatte in casa. Ma gli americani, sempre secondo la grottesca satira dello zar, molto difficilmente rifiuteranno un contratto così consistente a favore della loro industria tessile.