Il premier Rishi Sunak, con la sua maggioranza conservatrice, dà ai migranti un segnale chiaro: entrare è molto difficile
Il governo Sunak sembra disposto persino a uscire dalla Convenzione europea per i diritti dell’uomo. L’obiettivo del conservatori britannici è infatti ottenere una svolta definitiva, che riduca drasticamente gli ingressi dei migranti. Si vuole preservare la tradizione, mantenere l’identità del Regno Unito, come nel caso della Brexit. Lasciare cioè che Londra in particolare sia una città sì cosmopolita come da secoli, ma selettiva, senza che l’isola perda mai le proprie caratteristiche.
E’ una scelta precisa, un orientamento chiaro, che potrebbe dare una linea di tendenza ai sovranisti europei. Il premier Rishi Sunak rappresenta infatti coloro che non vogliono mescolarsi alle moltitudini che lasciano i loro Paesi. C’è insofferenza, tra i britannici, per le persone che attraversano con barchini di fortuna la Manica per approdare sulla terra di Sua Maestà. Nel 2022 sono state in tutto 45.755, un dato in crescita, anche grazie alla fine delle restrizioni della pandemia. Nel 2021 gli arrivi sono stati meno di 30mila, nel 2020 meno di 10mila.
Secondo il documento pubblicato da Refugee Council, organizzazione mondiale di supporto ai migranti e alle comunità ospitanti, il 60% delle domande d’asilo presentate l’anno scorso sarà accolto. Si parla appunto di persone che in patria hanno perduto il diritto alla sicurezza nella vita quotidiana. Fuggono per lo più da guerre o da situazioni insostenibili. I principali Paesi di provenienza sono Afghanistan, Iran, Siria, Eritrea e Sudan.
Per gli inglesi rifugiati e profughi in gran quantità costituiscono una minaccia allo stile di vita, alla sicurezza e all’identità storico-culturale dell’isola. E inoltre un costo pubblico percepito come troppo elevato. Di conseguenza il governo, alla ricerca di una soluzione esterna al territorio nazionale, ha preso un accordo con il Ruanda, nell’aprile del 2022. Un accordo che prevede il trasporto in Ruanda delle persone senza documenti, i cosiddetti “clandestini”.
Il Regno Uniti è disposto a versare cospicue somme di sterline per “parcheggiare” provvisoriamente nel Paese africano chi non è in regola, in attesa di valutare le domande. La Corte europea per i diritti dell’uomo ha dichiarato illegittimo il provvedimento, sicché il primo aereo per il Ruanda non ha potuto decollare. Successivamente, l’Alta corte britannica invece ha accettato il piano di “deportazione”, come l’hanno definito i critici. In attesa che si risolva la guerra giudiziaria sui diritti umani, per stabilire dove “ospitare” i nuovi arrivati senza documenti, il governo va avanti. La nuova soluzione è una chiatta. Ed è contestata anche questa.
La chiatta della discordia ha un nome: Bibby Stockholm, come se avesse qualcosa di familiare. Ora invece inquieta e preoccupa. Cinquant’anni fa, quand’è stata costruita, ospitava i lavoratori precari dei porti in espansione. Ora il Regno Unito, che l’ha noleggiata per 18 mesi, la adibisce all’ospitalità dei richiedenti asilo. Chi vuole entrare in Inghilterra, quindi, sarà ospitato su un albergo galleggiante, lungo 81 metri, largo 27 e alto come un edificio di te piani. E aspetterà la risposta delle autorità tra le acque della Manica.
Ora la Bibby Stockholm è al largo di Portland, per accogliere i primi 50 migranti. Arriverà nei giorni successivi a 500, tutti maschi. Molti abitanti della zona si oppongono a questa soluzione. Non vogliono che il loro territorio diventi un centro di smistamento di immigrati, nemmeno se hanno diritto all’asilo o sono profughi. La risposta del governo Sunak alla pressione dei flussi migratori comunque è questa, dura, visibile, ostile. Una sorta di “prigione galleggiante”, com’è stata definita, anche se non si tratta di detenzione.
E’ più che altro un limbo. I passeggeri della chiatta, in quanto richiedenti asilo, non possono lavorare né andare a scuola, privi come sono dei diritti che spettano ai cittadini. Hanno il diritto di muoversi e di scendere a terra, nell’isola di Portland, dove però non avrebbero una meta. Ci sono 222 cabine a bordo, riadattate per ospitare almeno due persone. Le più grandi arrivano a dare un letto a sei passeggeri.
Per i giornali popolari di destra, i tabloid, si tratta comunque di una “residenza di lusso” per i migranti. Anche i costi pubblici sarebbero eccessivi. La critica più autorevole però è di segno opposto e proviene dall’Onu. Infatti, l’alto commissario per i diritti umani Volker Türk parla del nuovo uso della Bibby Stockholm come di un precedente preoccupante. Un modo, dunque, per sbarazzarsi degli obblighi d’accoglienza nei confronti dei richiedenti asilo.
I conservatori inglesi risultano in svantaggio di 20 punti, nei sondaggi di giugno. Il governo Sunak spera quindi in un successo giudiziario che con una sentenza favorevole promuova la soluzione del rimpatrio automatico in Ruanda. Una gestione efficace dell’immigrazione, efficace anche indipendentemente dai diritti umani, potrebbe ribaltare, dal punto di vista della destra britannica, una prospettiva elettorale molto negativa.
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