Ancora un episodio di violenza che lascia senza parole: questa ragazza è stata ridotta in coma per un motivo molto stupido
Ritrovarsi in uno stato di coma, sull’orlo che separa la vita dalla morte, a soli 16 anni e con tutta la vita davanti fa male e mette tristezza.
È quello che è successo ad Armita Geravand, ragazza di 16 anni e studentessa del Conservatorio. Una giornata passata con le amiche, momenti di spensieratezza e relax, com’è normale che sia per le ragazze di quell’età, finita però in un’aggressione che le ha causato un trauma cranico molto grave. Ecco che cosa è successo.
Le immagini delle telecamere di sicurezza sono sfocate, poco chiare e non riprendono tutta la scena. Ma dai frame video si vedono le amiche di Armita Geavand, studentessa del Conservatorio Arawa Al-Wusghi, trascinare la ragazza fuori dal treno e adagiarla sulla banchina prima di chiamare i soccorsi. L’episodio è avvenuto a Teheran, in Iran, attorno alle 7 del mattino. Sia Armita che le sue amiche erano a capo scoperto e non indossavano il velo. Un indizio non da poco che fa presagire subito il motivo per cui la ragazza è in quello stato.
Secondo una prima ricostruzione, infatti, il gruppo di amiche avrebbe incontrato sul treno la polizia morale, tristemente famosa in Iran per la sua violenza. Gli agenti avrebbero quindi aggredito la ragazza, probabilmente spingendola e ferendola alla testa. L’impatto le ha procurato un trauma cranico, mandandola in coma. La ragazza è ora ricoverata all’ospedale Fajr Hospital di Teheran e attualmente si trova in stato vegetativo. Alcune foto pubblicate sui social la ritraggono sul letto della struttura, con la testa fasciata e con il tubo della tracheotomia applicato dai medici.
Nessuno si è sbilanciato sulle sue condizioni, ma alcune fonti, rilanciate dal giornale Iran Wire, dicono che la ragazza sia stata trasportata in ospedale con il codice 99. Si tratta di un codice che, nel gergo medico, indica una persona in arresto cardiaco o respiratorio. Una condizione che, come avvenuto per Armita, richiede un ricovero in rianimazione.
Non si tratta di certo del primo caso di violenza su una ragazza che ha deciso di non portare più il velo. Da circa un anno, infatti, l’Iran è interessata da numerose proteste contro l’aytaollah Khamenei. Le persone chiedono maggiori diritti e moltissime donne hanno iniziato a non indossare più il velo. Una decisione inaccettabile per molti integralisti e per la polizia morale, che ha provocato negli anni anche diversi morti. Solo un anno fa, infatti, la povera Mahsa Amini fu uccisa dalla polizia morale, dopo aver passato tre giorni di coma. Stessa sorte è toccata a Nika Shakarami, uccisa per via delle proteste contro il regime.
Storie che si intrecciano con l’uccisione di molte altre ragazze, come Hadi Najafi, Sarina Esmailzadeh e Asra Panahi. Tutte donne uccise per via della loro richiesta di avere maggiori diritti. Un’episodio che potrebbe riaccendere nuovamente le proteste nel Paese, tanto da preoccupare il governo, che ha chiesto alla polizia di circondare l’ospedale dov’è ricoverata Armita, in quanto si temono manifestazioni di protesta da parte della folla. Gli stessi genitori della ragazza, secondo quanto riportano le Ong, sono stati costretti a dichiarare alla stampa- come spesso accade – che quello di Armita non è stata un’aggressione e che si è trattato semplicemente di un incidente.
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