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Prigozhin, c’è un secondo aereo di cui si parlerà ancora a lungo

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Si infittisce il mistero sulla presunta morte di Prigozhin. Insieme al velivolo esploso su cui viaggiava il capo Wagner c’era un secondo aereo

Yevgeniy Prigozhin è morto, o forse no. Il presunto attentato dello scorso 23 agosto ha lasciato più luci che ombre e, nonostante le dichiarazioni ufficiali, i dubbi restano ancora moltissimi.

C’era un secondo aereo nel momento dell’esplosione (Credits foto: Ansa) – L’intelelttualedissidente.it

La morte di uno degli uomini più potenti della Russia potrebbe avere risvolti positivi per moltissimi oligarchi e figure di potere a Mosca, in primo luogo Putin, ma c’è ancora qualcosa che non convince. Quel giorno, insieme al velivolo abbattuto in cui – presumibilmente – viaggiava il leader della Wagner, c’era un secondo aereo che ha lasciato una scia di mistero irrisolto.

Che cosa ci faceva quell’aereo? I dubbi sulla morte di Prigozhin

Dare per certa la morte di un uomo così potente è in vista non è affatto facile, nonostante le “certezze” fornite dalla Russia stessa. Stiamo parlando infatti di un Paese tra i migliori al mondo nel mischiare le carte geopolitiche e far credere che qualcosa di inesistente sia successo davvero. Potrebbe essere così anche per la presunta morte di Prigozhin? Nulla lo esclude, ma i dubbi aumentano di giorno in giorno. Ad aumentare l’incertezza era quel secondo aereo, rilevato dai dati di tracciamento, che stava viaggiando insieme al velivolo sui cui, secondo l’agenzia russa Tass, viaggiava “lo chef di Putin”.

Le teorie che parlano di Prigozhin vivo sono numerose (Credits foto: Ansa) – L’intellettualedissidente.it

Dopo l’esplosione del velivolo, il secondo aereo ha fatto “inversione”, spostando la sua rotta da San Pietroburgo a Baku. Ad aumentare l’incertezza sulla vera morte di Prigozhin sono alcuni precedenti che lo hanno reso un vero maestro del bluff. Il più clamoroso è avvenuto nel 2019 in Africa – dove la Wagner opera costantemente – più precisamente in Congo. In quel frangente l’ambasciata congolese annunciò un incidente areo, realmente avvenuto, riferendo che tra i passeggeri c’era anche il fedele uomo di Putin. Tuttavia, tre giorni dopo l’annuncio Prigozhin riapparve vivo e vegeto, senza nemmeno un graffio.

Ad alimentare i dubbi sulla fine del numero 1 della Wagner è stata anche la difficoltà nell’identificazione del suo corpo. A seguito delle analisi del dna, infatti, la Tass ha riferito che uno dei corpi senza vita ritrovati a seguito dello schianto – e irriconoscibili in volto – era proprio quello di Prigozhin, il quale viaggiava con il suo braccio destro, Dmitri Utkin. Nonostante l’agenzia nazionale russa abbia sbandierato i risultati del dna come una prova certa della morte del cuoco di Putin, i dubbi restano. Non sono state effettuate, infatti, indagini indipendenti e la versione del Cremlino, qualunque essa sia, non può di certo essere verificata.

Quel secondo aereo diretto in Azerbaijan

Il giorno dell’incidente aereo, il trasponder del velivolo esploso (o abbattuto) era stranamente acceso. Chiunque, quindi, poteva visionare in tempo reale la direzione dell’aereo poi distrutto. Ma al momento dell’esplosione vi era un secondo velivolo che – forse per fuggire? – ha deciso di invertire la rotta e dirigersi a Baku, in Azerbaijan. Non si sa chi c’era a bordo di quell’aereo e le teorie complottiste che si stanno susseguendo in queste ore alimentano l’ipotesi che sul velivolo ci fosse proprio Prigozhin.

Il Jet Embraer era quasi certamente collegato al capo Wagner e i due velivoli stavano viaggiando insieme. Una situazione fin troppo irreale per essere vera, ma incredibilmente curiosa per non essere nemmeno presa in considerazione. Intanto ci sono ulteriori matasse da sbrogliare: chi ha davvero distrutto l’aereo? Una prima versione, fornita dai canali Telegram vicini alla Wagner, ha parlato di un missile terra-aria lanciato dall’esercito regolare russo. Questa è stata poi smentita dallo stesso Cremlino, il quale ha parlato di una bomba a bordo che è esplosa distruggendo l’aereo. Insomma, il mistero è più complesso che mai, ma nemmeno gli esperti si sentono di escludere categoricamente la possibilità di rivedere apparire da un giorno all’altro Yevgeniy Prigozhin in uno dei suoi deliranti video pubblicati sui canali Telegram vicino alla Wagner.

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