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Esteri

Nato, perché l’Ucraina si sta illudendo

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Se Kiev vuole veramente diventare parte integrante dell’Europa e della Nato, dovrà compiere sforzi proibitivi

Venendo a conoscenza della dichiarazione del vicepresidente della commissione europea Valdis Dombrovkis, a Kiev non devono aver fatto salti di gioia. Per niente. Anzi, se avevano dubbi in proposito, si sono resi conto che l’integrazione europea dell’Ucraina non è un vero e proprio affare.

Nicolai Lilin, considerando i commenti di alcuni analisti, fa notare che da quando l’Ucraina è stata invasa, ha ricevuto soldi e armamenti con rapidità e velocità. Chi sostiene un Paese in guerra, non fa troppi controlli sulla corretta destinazione delle forniture. Le procedure burocratiche sono molto semplificate, con il nemico alle porte, tanto più se l’invasione è in corso. Anche troppo semplificate, avverte Lilin.

Circolano molti soldi facili da prendere, a Kiev

Obiettivamente, chi voglia approfittarsi della disponibilità di denaro, lo farà durante una guerra ben più facilmente che in pace. Si sa che l’Unione europea cofinanzia secondo progetti di cui vuole verificare la fattibilità e l’effettiva realizzazione secondo un cronoprogramma. Occorre sempre rendicontare e dimostrare la correttezza del proprio operato, per non subirne le conseguenze. I celebri burocrati di Bruxelles sono rinomati per la pignoleria. Se il finanziamento non è utilizzato nei tempi e modi dovuti, se lo riprendono.

Il vicepresidente della commissione Ue Valdis Dombrovskis – lintellettualedissidente.it Ansafoto

L’integrazione europea dell’Ucraina comporterà una svolta, all’insegna del rigore, che metterà molto a disagio il ceto politico e la classe dirigente che si riconosce in Volodymyr Zelensky. Nicolai Linin sottolinea che l’Ucraina, alla fine della guerra, riceverà meno soldi e dovrà spenderli con molta più cura. Per questo teme che certi errori dei capi militari significhino soprattutto volontà di continuare la guerra, perché la pace sarà più dura. Linin aggiunge anche che il patrimonio personale di Zelensky è assai cresciuto nel corso del conflitto, secondo le stime in circolazione.

Bruxelles darà prestiti in cambio di rigore e riforme

Dombrovskis è stato chiaro: se Kiev vuole i finanziamenti, dovrà preparare un piano di ricostruzione, che consisterà “sia in investimenti sia in riforme”. Si prepara uno scenario difficile, nel quale, a dirla in breve, l’Ucraina dovrà rinunciare a una quota di sovranità. Dovrà adeguarsi agli standard europei e accettare l’esame continuo dei burocrati di Bruxelles. Saranno resi disponibili 50 miliardi di euro in sovvenzioni e prestiti, per il triennio 2024-2027.

Il presidente Zelensky durante il recente incontro con l’Irlanda – lintellettualedissidente.it Ansafoto

Non sono molti soldi. Sono meno di quanti ne circolano ora (un miliardo abbondante al mese, in dono), rammentando che in parte dovranno essere restituiti. Kiev per avere i fondi europei, dovrà essere in linea con il completamento degli investimenti e delle riforme. L’Ucraina dovrà dimostrare di essere stabilizzata, e riceverà finanziamenti per progetti specifici. E ci vorranno riforme. In breve, l’Ucraina sarà sotto esame.

La pace si prefigura irta di sacrifici

Valdis Dombrovkis ha fatto la sua dichiarazione programmatica arrivando all’Ecofin, cioè al Consiglio europeo dei ministri dell’economia, a Bruxelles. E nell’Ecofin si è discussa per la prima volta la proposta della Commissione europea sul Quadro finanziario pluriennale. Dombrovkis ha concluso di sperare che altri donatori diano a Kiev altri contributi, rendendosi ben conto che 50 miliardi sono pochi.

Nicolai Lilin, famoso per il suo originale romanzo “Educazione siberiana”, ha tenuto sul suo canale YouTube un discorso coraggioso. Coraggioso ma plausibile, considerando gli scenari aperti dal vertice Nato di Vilnius, in Lituania, l’11. il 12 luglio. Si è deciso di proseguire in continuità, riconoscendo il futuro dell’Ucraina nella Nato, mentre l’Ue già apre il percorso d’integrazione.

Ucraina senza Ue, senza Nato e contro la Russia?

Tutti i Paesi Nato concordano nel definire la Russia come un Paese pericoloso, imperialista e privo di un’organizzazione economica sufficientemente varia per contrastare l’aggressività del potere politico. Gli Stati Uniti però intendono disinteressarsi dell’Europa per concentrarsi sulla Cina. Di conseguenza l’onere della difesa europea ricadrà maggiormente sull’Ue, che avrà bisogno di programmare più investimenti per la difesa.

E’ difficile quindi che un’Ucraina guidata da Zelensky con i metodi tipici dell’emergenza riesca a integrarsi nell’Ue, agli standard richiesti a tutti i Paesi membri di Bruxelles. E un’Ucraina esterna all’Ue ma interna alla Nato, sarebbe in posizione troppo pericolosa. La Nato, lo si rammenti, non ha voluto indicare il cronoprogramma dell’ammissione dell’Ucraina, per non dare alla Russia un motivo per proseguire la guerra. Finché Kiev è in guerra, infatti, non potrà mai entrare nella Nato. Le elezioni presidenziali di Kiev del 2024 potrebbero quindi riservare sorprese.

 

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