Si complicano le cose per l’ex presidente degli Stati Uniti. Una sentenza dice che ha compiuto una vera frode
Donald Trump è letteralmente travolto dalle ultime sue vicende giudiziarie. Sebbene la sua narrazione sia quella di un candidato alla presidenza in corsa, la vera partita la starebbe giocando in tribunale.
A dimostrazione di ciò la recente sentenza emessa dai giudici, i quali hanno perfino revocato i certificati aziendali di alcune società dell’ex Presidente. Una mossa che vieterebbe alle aziende di Trump di operare a New York. Ad ottobre un nuovo processo, ma il tycoon accusa: “Si tratta di una caccia alle streghe”.
Una sentenza che sta facendo discutere, e non poco, negli Stati Uniti. Un giudice di New York, infatti, ha stabilito che Donald Trump si è reso responsabile di frode. Secondo le accuse, infatti, il tycoon americano avrebbe modificato in maniera manipolatoria e fraudolenta il valore reale della sua ricchezza, gonfiando asset e mentendo sulle operazioni finanziare realmente eseguite. Il tutto per un valore di centinaia di milioni dollari. Si tratta di una sentenza particolarmente dura da digerire per il leader dei Repubblicani, e che potrebbe addirittura minare la sua corsa alla presidenza nel 2024.
Il procuratore generale di New York, Letitia James aveva dato inizio alla causa, citando in giudizio l’ex presidente nel 2022. Le accuse rivolte al tycoon e ai suoi due figli erano quelli di aver manipolato il valore delle proprietà della Trump Organization con operazioni fraudolente di oltre due miliardi di dollari. Arthur Engoron, il giudice di New York che ha emesso la sentenza, ha deciso su quella che era la principale accusa di frode, ma ora si dovrà decidere sulle restanti sei accuse che potrebbero complicare ulteriormente la situazione giudiziaria di Trump.
Gli avocati di Trump hanno fato sapere che faranno ricorso e che la sentenza è un vero e proprio “errore giudiziario”. Lo stesso Trump ha negato tutte le accuse, parlando di “caccia alle streghe” motivata da interessi politici. Tuttavia, si tratta di un duro colpo per l’ex presidente. Secondo il giudice Engoron, infatti, i documenti dimostrano in maniera chiara le operazioni fraudolente, parlando di “una realtà distorta rispetto al mondo reale”. Tra le varie operazioni prese in esame, infatti, ci sono rendiconti finanziari di Trump in cui si sopravvaluta del 2300% Mar-a-Lago, la residenza dell’ex presidente a Palm Beach in Florida. Il giudice ha quindi deciso di cancellare i certificati aziendali che davano la possibilità di fare affari a New York. Si attende ora la partenza del nuovo processo, previsto per il 2 ottobre.
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