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Volvo ferma produzione in Svezia: le motivazioni

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Vincenzo Colao

Molto spesso in Italia siamo critici rispetto all’andamento dell’economia, andando sempre a idealizzare le economie degli altri paesi che invece, a loro volta, vedono importanti crisi di settore come dimostra la storia relativa all’azienda Volvo di cui parliamo oggi.

Volvo e chip: cosa è successo?

Perchè si è formata la produzione in Svezia?

Parliamo, ad esempio, di uno dei marchi di auto storici più famosi al mondo,Volvo che ha fermato la produzione in Svezia.

Che non solo, in alcuni periodi, ho dovuto fermare la produzione per qualche settimana, ma che è stata investita a sua volta dalla crisi dei chip.

Periodicamente, purtroppo, vi è una carenza endemica di semiconduttori perché la domanda di chip sta superando l’offerta. Mentre alcune aziende e attività cercano di andare a modificare i loro prodotti sin dalla progettazione, cercando di ovviare in qualche modo al problema, altre sono costrette a rallentare la produzione e la vendita.

C’è anche chi, come strategia aziendale, decide di andare ad alzare il prezzo del prodotto. Purtroppo queste componenti sono veramente importanti, tant’è vero che è una delle crisi più importanti è cominciata a verificarsi nel 2020 e va a toccare centinaia di tipologie di industrie differenti.

Per questo problema non solo Volvo ha dovuto fermare la sua produzione o ridurla, ma praticamente tutte le case automobilistiche acquisivano altri tipi di prodotti che inseriscono dei dispositivi elettronici di questo tipo.

Se ci mettiamo la crisi del settore auto cominciata in maniera importante a causa del COVID, sicuramente la mancanza di questa componente fondamentale per le apparecchiature elettroniche delle vetture, non aiuta la produzione di Volvo.

Data la scarsità è chiaro che questi elementi costino sempre di più e addirittura vengono venduti di contrabbando da Hong Kong.

Molte persone che non si intendono gli automobili non possono comprendere quanto sia importante l’adozione di queste componenti, perché i veicoli che circolano oggi su strada e che sono di nuova generazione sono particolarmente dipendenti dei chip.

Lo stop di Volvo alla vendita in Russia

La parte computerizzata di un’automobile è sempre più importante, soprattutto nei modelli che spesso devono attendere il tempo necessario ad avere dei chip prima di essere lanciati sul mercato.

Il problema lo hanno anche i consumatori che vogliono acquistare una Volvo, perché è ovvio che anche le auto diminuiranno di numero e gli ordini saranno consegnati in ritardo in questi frangenti.

Tutto questo fa sicuramente slittare l’incasso degli introiti dovuti, registrando un calo delle entrate che deve essere valutato alla luce di questi fatti per poter essere contestualizzato in maniera da fare un discorso reale sul mercato dell’auto in Svezia.

Sono tante le riviste di settore che parlano di questa situazione che è molto più grave di quello che si possa pensare. A volte vengono segnalati cenni di ripresa o comunque si profetizza una risoluzione grazie anche ad accordi politici ed internazionali ma la verità è che ancora oggi non c’è una risposta efficace.

Si parla di andare a produrre più stabilimenti che producono a loro volta più chip, ma questo non avverrà in tempi brevi. Quindi Europa e Stati Uniti pensano seriamente di riportare la produzione di chip direttamente all’interno di questi continenti, senza dover essere dipendenti dall’importazione.

Tra i vari motivi per cui Volvo andrà dunque a produrre meno veicoli c’è anche questo embargo che sia Volvo che tante altre cause automobilistiche hanno deciso di fare verso la Russia per costringerla a cessare il fuoco contro l’Ucraina.

Il peso della decisione presa dall’azienda Volvo

Quanto durerà?

Anche questo è un alimento da tenere in conto, perché sicuramente questo stato è uno tra quelli che si rivolge maggiormente all’azienda svedese e che contava su numerose consegne di veicoli.

Volvo ha tolto dal mercato russo non solo le auto ma anche i mezzi commerciali è probabilmente è stato uno dei primi marchi a muoversi in tal senso.

Chiaramente il provvedimento è temporaneo ed è legato appunto alla situazione politica e bellica.

In attesa che muti e possa far riaprire il commercio senza alcun rischio.

Per dare un’idea della mole di veicoli che Volvo, annualmente, vende alla Russia, si parla di quasi 10.000 automobili, quindi una fetta non da poco della sua produzione.

Se guardiamo la cosa dal punto di vista degli automobilisti russi, si tratta comunque di marchi che cominciano ad avere un prezzo particolarmente alto, a causa del fatto che c’è stato un crollo del valore del rublo è un notevole aumento del costo delle materie prime.

Rimanendo su quest’ultime, anche in questo caso è possibile dare un terzo motivo che vada a giustificare lo stop alla produzione di Volvo in Svezia ed è appunto la mancanza di materie prime.

Le materie prime devono fare un lungo viaggio prima di raggiungere gli stabilimenti industriali nel quale vengono impiegate per poi andare a ricavare il prodotto finito da vendere sul mercato dei consumatori.

Oggi questi viaggi sono sempre meno convenienti e sempre meno controllabili.

Il costo delle materie prime aumenta non solo sulla base del loro effettivo valore ma anche a causa dei costi del trasporto.

Conclusioni

La pandemia di coronavirus ha dato poi un contributo piuttosto importante allo svilupparsi di tutti questi fenomeni e di tutte queste crisi. Per quanto riguarda la crisi del chip, va detto che durante questo periodo pandemico sono stati assorbiti dal settore elettromedicale e della comunicazione.

I microchip non sono altro che dei circuiti integrati, incredibilmente piccoli, costituiti da una piastrina di silicio che riesce a processare e ad elaborare dei segnali elettrici.

Sostanzialmente riceve degli impulsi e ottiene dei dati in uscita: facendo un esame delle componenti di un’automobile, le componenti elettroniche vanno a costituire il 40% del suo valore.

Alcune aziende, particolarmente lungimiranti e con una certa dose di liquidità, avendo annusato la situazione hanno deciso di andare a crearsi delle scorte personali, cosa che ha fatto schizzare prepotentemente la domanda sul mercato.

Questo si ripercuote anche sul mercato del lavoro perché è chiaro che quando le aziende, Volvo compresa, decidono di andare a fermare la produzione, i lavoratori non lavorano.

La questione ha assunto una proporzione tale che all’interno del sito ufficiale di Volvo ci sono delle informazioni costantemente aggiornate che sono proprio inerenti ai problemi di fornitura dei chip.

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