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Esteri

L’alba di Hamas è un incubo da svegli. E il mondo cambia ancora, dopo Kiev

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L’assalto dei palestinesi sconvolge gli equilibri nel Medio Oriente. Dopo la sconfitta della Nato in Ucraina, si teme un’escalation nel mondo

Hamas è riuscita a sorprendere Israele con un’azione combinata che nessuno aveva previsto né immaginato e che non è stato possibile respingere, almeno nelle prime ore. Per la prima volta dopo molti anni, dal 2007, i sistemi difensivi degli israeliani sono stati superati dagli attacchi contemporanei su più fronti organizzati dai palestinesi di Hamas. Si ripete lo schema della guerra dello Yom-Kippur del 1973, quando il 6 ottobre furono Egitto e Siria ad attaccare per riprendersi i territori perduti nella guerra dei Sei giorni.

Scontri ai confini della Striscia di Gaza tra israeliani e palestinesi – lintellettualedissidente.it Ansafoto

Anche oggi, l’intelligence israeliana si è fatta cogliere impreparata, in un giorno di festa per la religione ebraica. Verso mezzogiorno, il premier Netanyahu ha dichiarato “Siamo in guerra”. Ma è un giorno da brividi, perché nessuna guerra riesce più ad essere un mero fenomeno locale e circoscritto. Si teme che l’Iran entri in guerra a propria volta. L’indebolimento militare degli Stati Uniti, riconosciuto dal Pentagono, che ha dichiarato di aver esaurito i propri fondi, sia per l’Ucraina che per la stessa difesa in America, può incoraggiare le imprese più ardite. Non saranno gli Stati Uniti a garantire pace armata ed equilibrio.

Si scatena la guerra mentre gli Stati Uniti si indeboliscono

La Russia ha dimostrato di saper prevalere sulla Nato, in Ucraina, malgrado la martellante propaganda globale a favore di Kiev. Il dato di fatto è l’abilità con cui l’aggressione di Hamas appare coordinata, proprio come se una potenza esterna avesse fornito il proprio aiuto. Il timore è che sia proprio l’Iran. O la Russia, che in Africa e nel Medio Oriente si è già mostrata attiva. Ultimamente, ha dato sostegno al golpe del Niger. Negli ultimi tempi i golpe sono in tutto sei: Burkina Faso, Niger, Ciad, Guinea, Gabon e Suda. La costante è l’esercito, che ha in questi Stati, tranne il Sudan, ha preso il potere senza incontrare sensibili ostacoli, senza spargimento di sangue e con il sostegno della popolazione.

Un guerrigliero alza la bandiera palestinese in mezzo al fumo delle bombe – lintellettualedissidente.it Ansafoto

Domani, domenica 8 ottobre, si riunirà il consiglio di sicurezza dell’Onu. Il segretario generale Antonio Guterres teme che il mondo sia sull’orlo di un precipizio. Ci si può ben domandare chi lavori per la pace, oggi. La Casa Bianca ha annunciato nelle ultime ore di voler allargare il muro sul confine con il Messico, visto l’incremento degli ingressi non autorizzati. E oggi Joe Biden si è immediatamente schierato con Israele, dichiarando il pieno diritto di Tel Aviv a difendersi. Come l’Ucraina? Nel frattempo gli Stati Uniti hanno rafforzato i presidi di sicurezza nelle zone più sensibili ai riflessi del conflitto in Medio Orienta. La stessa scelta è stata presa dall’Italia, sempre a tutela degli obiettivi ebraici sensibili.

Un’aggressione imponente, coordinata e combinata

Gli eventi di questa mattina, sabato 7 ottobre, alle 6 ora locale di Gaza, le 5 in Italia, sono la prova che nemmeno i consolidati sistemi difensivi di Israele possono lasciare tranquilli. I palestinesi hanno fatto saltare in più punti con degli esplosivi le barriere di recinzione della Striscia, che sinora erano state una barriera insuperabile. Sfondati i cancelli, colonne di pick-up si lanciano verso gli insediamenti di Israele. Tutti i soldati palestinesi sanno esattamente che cosa fare, quando e come.

A Teheran la folla ha salutato con esultanza l’attacco dei palestinesi – lintellettualedissidente.it Ansafoto

Dai varchi creati nelle recinzioni, balzano fuori colonne di pick-up (autocarri leggeri) cariche di uomini armati che si dirigono velocemente verso gli insediamenti vicini. Lo mostrano i video che i palestinesi hanno postato sui social per far vedere al mondo quello che stavano facendo. Sono 21 gli insediamenti presi d’assalto, 21 villaggi, come poi farà sapere la polizia israeliana. Le colonne di pick-up sono state filmate dagli abitanti di Sderot, città israeliana che sorge a un solo chilometro dalla Striscia, e che in passato per la sua posizione è stata bersaglio di moltissimi razzi. Cresce il terrore fra gli israeliani per l’improvviso assalto, che ha colto di sorpresa Israele, per quanto sia forse lo Stato più armato del mondo. Mentre gli autocarri vanno all’assalto dei villaggi, si scatena su Israele un uragano di missili mai visto prima.

Il cielo attraversato dai missili, poi il contrattacco di Israele

L’azione militare palestinese è continuamente accompagnata dai post con video realizzati con cura, in una guerra di propaganda che si trasmette sui social e che ha tutta l’aria di essere stata preparata con cura. Anche se l’attacco viene definito terroristico e come tale condannato da Stati Uniti e Ue, si nota che i mezzi impiegati su un vasto scenario sono imponenti. Come può essere tutta opera di Hamas? L’aggressione è stata comunque annunciata da Mohammed Deif, che in mattinata aveva proclamato l’avvio di una “operazione militare” contro Tel Aviv.

I missili hanno colpito le principali città israeliane seminando il terrore – lintellettualedissidente.it Ansafoto

Verso sera, per effetto dell’operazione Tempesta al-Aqsa, nome dato da Hamas all’assalto, il calcolo dei morti in Israele arriva a 200 persone, con 1.100 feriti e 50 ostaggi portati dagli aggressori nella Striscia di Gaza. L’esercito di Tel Aviv ha risposto con l’operazione Spade di Ferro, che in serata ha raggiunto il dato di 232 morti. Israele ha tolto la corrente elettrica alla Striscia di Gaza, lasciandola al buio.

 

 

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