La Corea del Nord accresce il suo profilo ostile all’Occidente, inviando forniture di armi alla Russia in cambio di nuova tecnologia spaziale
L’attivismo della Corea del Nord propaga inquietudine tra i nemici dello Stato che ancora non ha chiuso i conflitti della seconda guerra mondiale. In particolare, nei confronti con la Corea del Sud. Nel ’53 ci fu un cessate un fuoco, cui però non seguì una trattato di pace. Lo Stato è rimasto una Repubblica socialista paradossalmente dominata, come fosse una monarchia ereditaria, dalla dinastia dei Kim. Per la Casa Bianca, l’asse del male passa da Pyongyang.
Gli Stati Uniti hanno dichiarato la loro totale disapprovazione nel 2002, quando il presidente George W. Bush lanciò un’accusa durissima: Pyongyang si preoccupava di dotarsi di missili e armi di distruzione di massa, mentre la popolazione moriva di fame, a causa della carestia. Recentemente, nello scorso settembre, la Corea ha inserito nella propria Costituzione lo status di potenza nucleare, che tuttavia si rifiuta di sottomettersi ai controlli delle autorità internazionali.
Stato ribelle all’ordine mondiale e ostile all’Occidente
L’Onu quindi è priva di informazioni sullo sviluppo degli armamenti atomici di Pyongyang, che tuttavia non si è certo fermata. La produzione di armi, destinate all’esportazione, è appunto una delle voci più importanti del bilancio della Repubblica socialista dinastica, tutt’ora finalizzato alla guerra. L’Onu infatti ha segnalato il mancato rispetto dei diritti umani nel Paese di Kim Jong-un, senza ottenere però collaborazione. La linea rimane la medesima, per un’economia che si regge tutt’ora su una pianificazione centralizzata di tipo staliniano. Quel che è peggio, da quanto si è venuto a sapere, è però il dinamismo nordcoreano sul mercato internazionale delle armi.
Tant’è vero che è arrivata una fornitura di oltre mille container pieni di armi alla Russia, nelle ultime settimane. Lo hanno dichiarato i servizi segreti britannici in un bollettino diramato in questi giorni. Preoccupa inoltre il fatto che la Russia debba ripagare la Corea del Nord, ufficialmente non si sa come. Ma lo si può intuire, benché dal Cremlino pervengano solo smentite. Il pericolo sussiste, assumendo una prospettiva occidentale, perché è del tutto probabile che Mosca paghi Pyongyang in parte in denaro e in parte in finanziamenti, forniture di tecnologie militari e cooperazione in tecnologie spaziali.
Kim Jong-un rafforza ancora l’arsenale nucleare
Di conseguenza la Corea del Nord potrà essere dotata di satelliti spia, e comunque potrà diventare ancora più forte, minacciosa e aggressiva. Armi nordcoreane, va sottolineato, sono state individuate nei video che Hamas ha postato per documentare il proprio assalto ai kibbutz israeliani il 7 ottobre. Per gli 007 britannici il pericolo è evidente: grandi forniture di armi non possono che aumentare le perdite umane, soprattutto se destinate a un Paese in guerra come la Russia.
La recente visita ufficiale che i ministri russi Sergei Shoigu (Difesa) e Sergei Lavrov (Esteri) hanno compiuto a Pyongyang assume, ineluttabilmente, contorni preoccupanti, così come la visita del capo di Stato nordcoreano Kim Jong-un. E’ entrata in azione, contemporaneamente al bollettino dei servizi segreti britannici, la triplice alleanza fondata in agosto, tra Stati Uniti, Corea del Sud e Giappone. Sono i Paesi più segnati dall’inimicizia con Pyongyang, e anche i più bisognosi di condividere informazioni sulla cupa e opaca dittatura di Kim Jong-un.
Con un comunicato congiunto i tre Paesi hanno condannato il 26 ottobre l’invio di armi alla Russia. E ricordano che i trasferimenti di armi che coinvolgono la Repubblica popolare di Corea violano diverse risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu, approvate anche dalla Russia.