Si complica la situazione per Tel Aviv sul piano diplomatico. Ora Libano, Iran e Yemen si pronunciano contro Israele
Gli stati arabi uniti contro Israele. Non è la prima volta che succede, ma le dinamiche attuali ricordano molto ciò che avvenne nel 1948.
Non siamo vicini ad una vera e propria “Lega Araba”, ma le alleanze che si stanno creando attorno ad Israele sono particolarmente inquietanti e non lasciano sperare in una fine prossima del conflitto in Medio Oriente. Adesso l’Iran, il Libano e lo Yemen sono sempre più vicini ad uno scontro con Tel Aviv.
Lo Yemen lancia razzi su Israele
Sono state ore particolarmente difficili per Israele dopo numerosi lanci di razzi provenienti da Sud, dalla Striscia di Gaza e da Nord, partititi dalla zona meridionale del Libano. Sia Hamas che Hezbollah hanno fatto fuoco sui territori israeliani in risposta ad ulteriori attacchi da parte dell’esercito israeliano. Ma a preoccupare ora è anche un altro attore che è pronto a scendere in campo e che ha dichiarato esplicitamente guerra ad Israele. Stiamo parlando dello Yemen, che proprio nelle scorse ore ha annunciato di aver lanciato razzi sul territorio israeliano.
Sui cieli di Eliat, la città dell’estremo sud in Israele, si è dovuto attivare il sistema antimissilistico Arrow per intercettare un missile proveniente dallo Yemen. L’esercito israeliano ha poi fatto sapere di aver distrutto anche altri due droni provenienti da Sud sul Mar Rosso. Si è trattato solo di un’azione dimostrativa, ma in ogni caso i militari yemeniti – che si sono autoproclamati governatori del Paese dopo la guerra civile – hanno dichiarato una vera e propria entrata in guerra contro Israele. A preoccupare in particolare sono i droni provenienti dallo Yemen, i quali per essere abbattuti devono in ogni caso richiedere un utilizzo di risorse importanti da parte dell’esercito.
Intanto preoccupa anche l’Iran, che finanzia e può contare sulle sue milizie armate degli Hezbollah già protagonisti di numerosi bombardamenti su Israele. Ad ogni sua azione, infatti, il governo di Tel Aviv deve fare attenzione alle reazioni delle nazioni ostili, per via del secolare odio tra ebrei e musulmani. Teheran ha esultato durante gli attacchi terroristici di sabato 7 ottobre e non ha nascosto troppo la sua partecipazione alla preparazione delle milizie di Hamas prima dell’invasione. Una situazione che diventa sempre più complessa dal punto di vista militare e geopolitico e che vede gli Stati Uniti, forse insieme all’Egitto e alla Turchia, l’unico arbitro in grado di poter essere decisivo nell’evoluzione del conflitto.