Un rave organizzato in Israele, divenuto bersaglio dei terroristi di Hamas: oltre 700 morti e il rapimento della giovane Noa Argamani.
Centinaia di ragazzi, di età compresa tra i venti e i quarant’anni, si sono riuniti in prossimità del confine con striscia di Gaza, in modo da celebrare la festività ebraica di Sukkot. Si trattava di un evento pubblico, divenuto noto in seguito alla sua pubblicizzazione sui social network. La scelta di condividere il luogo e l’ora del rave nasceva dal desiderio di raggiungere quante più persone possibili. Tuttavia, questo ha consentito ai terroristi di Hamas di premeditare l’attacco che ha visto l’uccisione di oltre settecento persone.
“Nella natura è più facile per me connettere al mio spirito” – scriveva la 22enne Nicola Shani. Una ragazza piena di vita, allegra e solare – il cui tragico destino si è consumato in ore di agonia. Il volto sfigurato e il corpo lacerato dalle torture, privata della sua dignità e della sua umanità, vittima degli abusi dei terroristi. I miliziani, uno ad uno, si sono avvicinati al suo cadavere per sputarle addosso, manifestando tanto odio quanto rancore, nei confronti di un’adolescente sconosciuta ai loro occhi. La sua colpa? Aver partecipato ad una celebrazione ebraica. Insieme a lei, moltissime vite sono state spezzate, mentre altre affrontano l’ignoto. E’ questo il caso di Noa Argamani, rapita dai miliziani di Hamas.
Noa Argamani, rapita dai miliziani di Hamas: il padre sopraffatto dal dolore
E’ dunque Noa Argamani la protagonista del video divenuto virale in rete. La giovane 25enne tende disperatamente la mano verso il fidanzato Avi Nathan, rapito anche lui dai terroristi di Hamas. Non si hanno più loro notizie dal giorno del rave: il padre chiede disperatamente aiuto alle autorità. “Speravo che fosse un errore e non fosse vero” – sono state le sue parole – “Sono sempre stato così protettivo, ma in questo momento non potevo farlo”.
L’uomo è stato intervistato dall’emittente AJN ed ha dunque esposto la sua sofferenza di fronte alle immagini della figlia. Si trovava in ospedale quando un ragazzo gli ha chiesto se volesse vedere il video: le riprese, per quanto di scarsa qualità, non lasciavano spazio al dubbio. Noa aveva deciso di partecipare al rave, in modo da onorare ciò che aveva di più caro: la Natura e la sua bellezza. Aveva quindi coinvolto il fidanzato e si era diretta a sud per raggiungere la comunità. Istanti di felicità, tradotti nella peggiore delle tragedie.