Il percorso del “lupo dei record” si è concluso tragicamente: un bambino l’ha abbattuto con un’arma da fuoco.
Generalmente i lupi si muovono in branco, affidandosi alla forza e alla presenza dei compagni di viaggio. Per questo motivo il modus operandi del lupo M237 aveva destato un certo scalpore, un esemplare capace di percorrere migliaia di chilometri in solitaria, confidando solo sulla fortuna e su se stesso. Il suo viaggio è durato oltre un anno, entro il quale ha attraversato il Nord-Italia, l’Austria, la Svizzera e l’Ungheria, divenendo così il “lupo dei record”. Nessun canide ha mai percorso una tratta di tale portata, soprattutto senza la collaborazione dei membri di un branco.
I guardiani della selvaggina di Grigioni hanno monitorato il suo viaggio attraverso un GPS, affascinanti dalla potenza dell’animale. Parliamo di un percorso di circa 1.900 km, un valore mai registrato negli ultimi anni. Tuttavia, una volta raggiunta l’Ungheria, le autorità locali hanno trovato il dispositivo di geolocalizzazione nelle acque di un fiume collocato nei pressi di Hidasnémeti. Gli esperti hanno temuto il peggio, nella consapevolezza che l’unica ipotesi plausibile ricadesse nella possibilità di abbattimento illegale. Teoria che infine si è rivelata corretta: il “lupo dei record” è stato ucciso.
Il lungo viaggio del “lupo dei record” si è concluso tragicamente in Ungheria nel mese di aprile. Il maestoso esemplare è stato ucciso da un colpo di fucile, per mano di un bambino di nove anni. Il piccolo era accompagnato dal padre e da un secondo uomo, i quali sono stati arrestati per utilizzo improprio di un’arma da fuoco, per abbattimento di una specie considerata protetta sul territorio ungherese e per aver seguito un comportamento irresponsabile nei confronti di un bambino.
Ci troviamo nella città nordorientale di Nyiregyhaza. Le autorità locali avevano già individuato il possibile responsabile del crimine, ma non avevano ancora prove sufficienti per condurlo dietro le sbarre. Negli giorni seguenti al ritrovamento del GPS, la Procura ha sottoposto i due sospettati ad interrogatorio, ma entrambi si sono rifiutati di testimoniare, attribuendosi reciprocamente la responsabilità di quanto accaduto. Il padre del bambino ha raccontato di aver affidato suo figlio al secondo uomo, dissociandosi completamente dall’atto di abbattimento dell’animale. Dopodiché entrambi hanno tentato di procedere legalmente, ma il Giudice ha rispinto entrambe le denunce.
Grazie alla pressione e alla professionalità delle autorità locali, la Procura è riuscita a ricostruire la dinamica dei fatti: i due uomini hanno condotto il piccolo di nove anni nel bosco per una battuta di caccia; quest’ultimo ha premuto il grilletto ed ha dunque ucciso M237. Hanno dunque nascosto la carcassa nel SUV del padre ed hanno abbandonato il GPS nel fiume per non essere ritracciati. La Polizia ha confermato l’arresto per i due uomini, mentre gli animalisti – insoddisfatti – chiedono che venga fatta giustizia.
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