Al via l’ambizioso progetto di Mosca, che ora vuole “conquistare” la Luna cercando l’acqua sulla sua superficie
Non c’è solo la guerra per Mosca. La Russia ha infatti dato il via a “Luna-25”, la missione spaziale che si pone l’obiettivo di trovare acqua sulla Luna e portarla in patria.
Un progetto ambizioso che, ancora un volta, vede Russia e Stati Uniti competersi un sogno proibito: quello del ritrovamento di acqua su pianeti e satelliti. Mosca, infatti, è ben decisa ad arrivare prima degli Usa e, a quanto pare, ha deciso di agire in anticipo. Ma non è tutto ora quel che luccica e la guerra con l’Ucraina ha comunque avuto il suo impatto nella riuscita di questa missione.
Nella notte tra il 10 e l’11 agosto 2023, la Russia ha lanciato in orbita il razzo che trasporta la sonda diretta sulla Luna. Si tratta della prima missione che ha come protagonista il nostro satellite dopo circa cinquant’anni: quando Stati Uniti e Unione Sovietica si contendevano la conquista dello spazio. Alle 2:10, ora di Mosca, l’agenzia spaziale russa ha diffuso le immagini del decollo, alimentando grande fiducia e, soprattutto, dando il via ad una vera e propria sfida con gli Stati Uniti. Gli americani, infatti, hanno lo stesso obiettivo dei russi, trovare l’acqua sulla luna, ma sembrano essere in ritardo in quanto il lancio è previsto non prima di due anni.
La missione Luna-25 prevede l’invio di una sonda che farà tappa vicino al cratere Bogulawsky. Si tratta di una “buca” profonda circa 97 chilometri, presente nel polo sud della Luana, quella parte del satellite tutt’ora sconosciuto e particolarmente ricco di crateri che, secondo molti ricercatori, potrebbero ospitare enormi riserve di ghiaccio. Una scoperta interessante dunque che, se conservata, potrebbe offrire ai conquistatori dello spazio il tesoro più ambito: l’acqua. Tuttavia, la missione non sarà affatto semplice e la sua riuscita non è per nulla scontata.
Nonostante sia partita due anni prima rispetto agli americani, la missione russa sembra essere già in ritardo di almeno due anni. Non solo difficoltà tecniche e fallimenti di alcuni ingegneri, ma anche – se non soprattutto – la guerra in Ucraina. Il conflitto causato dalla Russia in territorio quasi europeo, infatti, ha fatto irrigidire i rapporti con i Paesi occidentali. Le collaborazioni con l’Agenzia spaziale europea, che prevedevano lo scambio di informazioni e risorse anche per questa missione, sono venute meno e ora la Russia sarà costretta a concludere la sua missione da sola.
Da sempre i ricercatori hanno ipotizzato che sulla Luna ci potessero essere riserve di ghiaccio e, quindi, di acqua. Secondo le ipotesi più accreditate, circa 4,5 miliardi di anni fa la Terra entrò in collisione con Theia, un pianeta simile per dimensioni a Marte. Uno scontro che produsse il distacco di alcune parti della terra che, unendosi ad altre parti, andarono a formare la Luna. Questo passaggio, potrebbe aver aumentato le possibilità della presenza di ghiaccio sul satellite.
Ovviamente la tesi che in una “parte di Terra” che si staccò dal nostro pianeta andando a formare la luna ci possa essere acqua è molto affascinante, ma non confermata. Tuttavia, i responsabili scientifici della missione russa affermano che l’analisi dei composti macromolecolari provenienti dal cosmo e conservati nei ghiacciai lunari potrà finalmente rispondere all’enigma dell’origine della vita sulla Terra, dando la possibilità di confrontare le strutture molecolari biochimiche presenti sul nostro pianeta con quelle presenti nello spazio.
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