L’organizzazione terroristica palestinese sfida Israele a liberare i 130 ostaggi, convinta di poter respingere l’invasione israeliana di Gaza
Il rapimento degli ostaggi israeliani è forse la sfida più aggressiva rivolta da Hamas allo Stato ebraico. In passato Israele ha fatto di tutto per salvare i suoi cittadini sequestrati, secondo un codice non scritto che nel corso dei decenni lega la fiducia delle famiglie al governo di Tel Aviv. Famosa la vicenda del soldato Gilad Shalit, rilasciato nel 2011 da Hamas grazie alla scarcerazione di 1027 detenuti palestinesi. Il messaggio è che lo Stato non costringe mai i cittadini al sacrificio della vita, e che pone un limite all’uso della forza.
E’ in grado Israele di entrare a Gaza e salvare 130 persone, usando i mezzi tecnologici più sofisticati? Se non ci riuscirà, la popolazione sarà in balia del terrore, e se sarà Hamas a far tremare lo Stato ebraico e non viceversa, l’organizzazione terroristica apparirà più potente che in passato. L’evoluzione dell’organizzazione che domina la Striscia è stata stupefacente, per il cinismo glaciale e disumano con cui viene somministrata la morte ai nemici, bambini compresi.
Israele sfidato a battersi dentro l’inferno di Gaza
I familiari degli ostaggi manifestano all’incrocio di Kaplan Street mostrando le foto delle persone rapite, e appaiono in tv piangendo e chiedendo di salvare i loro cari, ora prigionieri nel baratro di Gaza. Un inferno, in cui vivono due milioni e 300mila persone in 362 chilometri quadrati: quasi 7mila ogni chilometro quadrato, la densità abitativa più alta del mondo. Israele ha rinchiuso in un campo di concentramento i palestinesi, e ora il lager vuole dimostrare di essere più forte e meglio organizzato dello Stato ebraico. La mancanza di etica, di pietà, di umanità, è brandita dai terroristi come un’arma insuperabile.
Per aiutare gli ostaggi il governo Netanyahu, che nei sondaggi si trova ora in minoranza, ha formato un gruppo speciale di esperti. Le manifestazioni che erano programmate contro la riforma della giustizia hanno invece chiesto le dimissioni del premier, che non dà la sensazione di poter salvare i prigionieri. Hamas intende intrappolare Netanyahu in una morsa fra volontà di vendetta e pietà per gli ostaggi, usati come scudi umani. Dal proprio canto, il premier ha annunciato sabato 14 che le forze armate sono pronte per attaccare via terra, dal cielo e dal mare. Ma come discernere terroristi e prigionieri in un simile labirinto? Si ripropone la battaglia di Falluja su scala ancora più grande, costringendo l’esercito regolare a battere Hamas in casa sua con le tattiche della guerriglia.
Si profila una guerriglia urbana spietata e innovativa
Si studia la strategia applicabile. L’ex numero uno del Mossad fino a due anni fa, Yossi Cohen, ha suggerito di entrare nella Striscia, per creare una zona cuscinetto ai confini con Israele, quel che sabato è mancato clamorosamente, vista la vicinanza tra i kibbutz dove sono state compiute le strani e il confine con la Striscia. Soprattutto, Israele punta sulla tecnologia, prevedendo di usare enormi quantità di droni, anche delle dimensioni di uno scarafaggio, per elaborare in tempo reale il teatro dello scontro, includendo tutti gli angoli nascosti e i punti bui dei condomini.
Si farà, dunque, di Gaza city un videogioco senza finzione, in cui vincerà chi sceglierà per primo il bersaglio giusto. E’ uno dei sistemi di intelligence usato già più volte, anche nella guerra d’Ucraina, per rilevare il nemico nascosto dietro le macerie o in una boscaglia, mai però su un terreno grande come Gaza. Contro il terrorismo la tecnologia ha vinto a Mosul, schiacciando l’Isis dopo nove mesi di combattimento.
Hamas: “Nove ostaggi uccisi dai raid su Gaza in 24 ore”
Domare la guerriglia urbana grazie alla tecnologia, togliere ad Hamas il fattore sorpresa, poter vedere dietro le porte chiuse, sparando a un guerriero e non a un civile disarmato. Si useranno robot e algoritmi contro disturbatori di frequenze radio, molotow e mine anti-uomo ovunque. Israele, oltre a prefigurare un combattimento ipertecnologico, ha affermato di aver già iniziato a usare un sistema anti-missile che si avvale di soli fasci laser, molto più economico dei sistemi che lanciano missili di difesa.
Intanto però il quotidiano ebraico Hareetz ha dovuto riportare la nota diramata da Hamas, per cui 9 degli ostaggi sono stati uccisi dai raid israeliani. E’ una sfida continua a Israele, anche sul piano della propaganda. I raid aerei hanno ucciso 28 medici di Gaza. Se l’Egitto non accoglie gli abitanti di Gaza, le cure non saranno più possibili, perché l’energia è stata tolta da Israele. I comunicati del ministero della sanità di Gaza vogliono dimostrare che l’assedio della città della Striscia miete vittime innocenti. Come se dicessero che in fondo non c’è alcuna differenza tra Stato democratico e terrorismo, e che su questo piano Hamas è un passo avanti.