Le dirette avviate sui loro profili social hanno fatto sperare la famiglia, ma in realtà erano gli uomini di Hamas
Prima la speranza, poi il terrore. Non c’è pace per i parenti degli ostaggi rapiti dalle milizie di Hamas e portati via con forza nei territori della Striscia di Gaza, costantemente bombardati.
A quanto pare sono i social la nuova arma del terrore utilizzata da chi non solo vuole imporsi con la forza, ma desidera anche infierire su chi è indifeso. Nelle ultime ore, infatti, gli ostaggi israeliani catturati da Hamas si sono fatti vivi sui social, ma non erano loro: si trattava dei miliziani di Hamas.
Violati i profili personali
Secondo quanto riferito dal New York Times gli account social di alcuni degli ostaggi catturati sono sono stati attivati nelle scorse ore, ma a farlo non sono stati i legittimi proprietari dei vari profili. A quanto pare i soldati di Hamas sarebbero riusciti a violare i profili social delle persone rapite, in modo da trasmettere ancora più paura alle famiglie interessate e fare maggiore pressione al governo di Israele. Molti familiari degli ostaggi catturati hanno riferito di aver notato alcune attività social dei propri parenti. Questo aveva fatto be sperare, fino alla terribile verità: gli account erano in mano ai terroristi.
Video of hostages live-streamed on Facebook. They are still missing. 💔
There are no words. If you support Hamas you are a Nazi!!#StandWithIsrael pic.twitter.com/aDKgvtkfZm
— 𝕏-storm ⛈️ (@x_storm_) October 10, 2023
A testimonianza di uno di questi terribili episodi anche Karen de Via, vicina di casa di Gali ShlezingerI Idan, rapita e portata via insieme alla sua famiglia dai terroristi. Karen ha riferito di aver visto una diretta Facebook direttamente dal profilo di Gali. Nel video si vedeva la donna e la sua famiglia accovacciati sul pavimento, mentre erano guardati dai terroristi armati di Hamas. Ma il video era ricco anche di rumori e suoni che ricordano un campo di battaglia e bombardamenti pesanti dal cielo: si tratta della prova che quegli ostaggi sono ad Hamas. La diretta sarebbe durata circa 43 minuti.
Dopo la denuncia di di Karen de Via, molte famiglie hanno raccontato episodi simili che hanno lasciato tutti sconvolti. Ma non solo. I terroristi sarebbero riusciti ad accedere anche ai contatti WhatsApp di alcuni degli ostaggi. Contatti utilizzati per diffondere messaggi e chiamate di una violenza inaudita. Alcuni miliziani hanno perfino telefonato i parenti degli ostaggi, prendendosi gioco di loro e minacciando di uccidere l’ostaggio. Insomma, una guerra del terrore che purtroppo non si confina alle armi e alle strategie, ma che riesce ad intrufolarsi anche nella vita privata di civili inermi.