La situazione nella città palestinese è sempre più critica e ora le donne incinte partoriscono senza medico
Non si fermano nemmeno per un secondo i bombardamenti che l’esercito di Israele lancia sulla Striscia di Gaza dopo gli attacchi del 7 ottobre da parte di Hamas.
Sono ormai giorni in cui si sta effettuando un vero e proprio conto alla rovescia che sancirà l’annunciata invasione di terra da parte dell’esercito israeliano. Ma intanto nella città di Gaza la situazione diventa sempre più infuocata e le donne incinte iniziano a partorire anche senza medico. Una condizione estrema che solo la guerra può rendere così diffusa.
Chi partorisce non ha il tempo di essere felice
Continuano gli sconti ai confini della Striscia di Gaza. Ma mentre razzi e missili vengono lanciati da una parte e dall’altra, a subire i maggiori danni è senza dubbio la popolazione civile. Si moltiplicano infatti storie di disperazione e difficoltà assoluta per via di mancanza di servizi basilari e beni alimentari di prima necessità. Per non parlare della difficoltà degli ospedali di accogliere le donne incinte. In mancanza di medici, le donna stano iniziando a partorire da sole.
Una donna ora rifugiata nella scuola Abu Zeitun racconta di aver partorito mentre ascoltava il rumore delle bombe vicinissime a dove si trovava lei. Ha dovuto lasciare l’ospedale il giorno dopo il parto, nonostante i dolori post parto e le complicazioni che ne derivano. Rana Hajjaj, donna di 35 anni, racconta di aver partorito una figlia, dopo aver avuto quatto maschi. Un evento felice che però non ha potuto celebrare per via dei bombardamenti. Ma i racconti di donne che hanno partorito sotto i bombardamenti o che stanno affrontando una gravidanza proprio in questo periodo si moltiplicano di pari passo con i crateri nella città di Gaza.
La situazione sanitaria nella città è ormai arrivata sull’orlo del collasso. Il direttore di Action Aid Irlanda, Karol Balfe, ha lanciato un appello denunciando la situazione in cui versa la città. “C’è gente disperata che si trova costretta a bere acqua sporca”, ha affermato Balfe. In moltissimi, infatti, non hanno accesso alla quantità minima di acqua per soddisfare le proprie necessità. Intanto, come riferito da alcuni medici palestinesi, l’esercito israeliani avrebbe chiesto di evacuare l’ospedale al Quds. Tuttavia, l’operazione non sarebbe possibile per via della presenza di “oltre 400 pazienti, di cui molti interessati da cure intensive“. Una situazione che si avvicina ad un imminente collasso e che non potrà far altro che peggiorare la situazione.