Ci sono donne la cui esistenza non importa a nessuno. Se vengono uccise, nessuno le cerca per anni. A New York
Il caso del serial killer di Long Island è cresciuto nel corso degli anni, fino a diventare famoso anche grazie a un film. “Lost girl”, visibile su Netflix, racconta come Mari Gilbert, madre di una ragazza scomparsa (Shannan Gilbert) abbia saputo insistere e ottenere spiegazioni su quello che secondo lei non era un annegamento incidentale, bensì un omicidio.
Di Shannan si erano perse le tracce nel maggio del 2010. Non è stata però la sorte di una sola ragazza. Mari Gilbert all’inizio non poteva saperlo, e nemmeno gli inquirenti vedevano il rapporto che c’era tra diverse morti delle quali da anni nessuno era a conoscenza, tranne l’assassino. Di diverse ragazze, alcune delle quali prostitute, non si sapeva più nulla, finché le ricerche hanno condotto alla scoperta di diverse salme.
Undici, non tutte identificate, compresi un uomo un bambino. Tranne Shannan, trovata in una palude a Oak Beach nel dicembre 2011, erano tutte nascoste sotto la sabbia di Gilgo Beach (New York), località balneare vicino a Long Island. Accanto a una strada. Un cimitero fantasma, segreto, di vittime la cui sorte a nessuno importava in modo particolare. Donne senza legami importanti. Alcune di loro erano prostitute. Interessavano solo a clienti occasionali e a un serial killer, sicuro che fossero persone di nessun conto.
Si potevano torturare, uccidere e seppellire in modo anonimo, certi che nessuno venisse a chiedere di loro. Nessuno infatti ha denunciato la loro scomparsa. Come l’assassino si aspettava. Come persone messe al bando dalla società. E così è stato per anni, durante i quali Gilgo Beach, come sempre, ospitava ignari turisti e villeggianti.
Nel frattempo, il presunto serial killer continuava a lavorare indisturbato nel suo studio di architettura a New York, vicino all’Empire State Building. Un uomo affermato, stimato professionista, sposato e padre di due figli. Un simbolo di una civiltà che continua ad aver bisogno di vittime, di donne da torturare e uccidere in nome di un senso di onnipotenza e di un potere di vita e di morte che agisce oscuramente nelle coscienze.
Gli stessi inquirenti hanno definito Rex Heuermann “un demone tra di noi”. Il giudice che ha convalidato l’arresto ha sottolineato “l’estrema depravazione” dei delitti. In casa del killer, infatti, sono stati trovati i filmati delle torture cui sottoponeva le ragazze prima di ucciderle. E c’erano 200 armi da fuoco. E’ stato arrestato soltanto il 13 luglio scorso.
Si chiama Rex Heuermann, un architetto di 59 anni, sposato e padre di due figli. Si dichiara innocente e il suo avvocato fa sapere di vederlo sconvolto. Ancora una volta, è l’esame del Dna a consentire agli inquirenti, seppur a distanza di anni, di collegare il materiale biologico trovato sulle scene dei delitti con il sospettato.
Prima del processo, per ora, Heuermann è soltanto sospettato. Le prove però sono preoccupanti. Innanzitutto, è stato trovato un capello sul sacco che avvolgeva uno dei corpi. Il Dna di quel capello coincide con quello dell’architetto trovato sul cartone di una pizza, gettato fra i rifiuti della differenziata, davanti alla sua casa di Manhattan, nel gennaio scorso.
La ricerca di elementi utili fra i rifiuti si è rivelata ancora una volta preziosa. I cadaveri di almeno tre donne sono collegati a questa traccia. Altri indizi comunque hanno condotto a Heuermann. Contro di lui parlano i dati del traffico telefonico e la presenza di un camioncino visto accanto all’abitazione di una vittima. Heuermann, da quanto si è saputo, usava telefonini usa e getta, con i quali comunicava con le vittime. Secondo l’accusa, avrebbe catturato le sue prede nei giorni in cui la moglie e i figli non erano in città.
Precisamente, l’architetto è accusato di aver torturato e ucciso, fra 2007 e 2010, Melissa Barthelemy, Megan Waterman e Amber Costello. Ed è anche il principale sospettato dell’omicidio di una quarta donna, Maureen Brainard-Barnes. Sono state trovate fra le dune e la vegetazione, tutte con mani e piedi legati da una cintura o da un nastro adesivo. Portavano tutte segni di asfissia.
Si tratta di escort contattate tramite un sito di annunci, Craigslist. Dove si trovano annunci di ogni genere, per il lavoro e tante altre opportunità, fra le quali anche incontri. Le quattro ragazze sono state ritrovate nel dicembre del 2010, nel corso delle ricerche di Shannan. Sempre cercando lei, sono state trovate altre sei salme.
Probabilmente sono altre prostitute, e anche nel loro caso nessuno ha fatto denuncia di scomparsa. Inoltre, il traffico internet dell’architetto dimostra che negli ultimi tempi cercava continuamente notizie di ogni genere sul caso del serial killer di Long Island, fra documentari, podcast e articoli di giornale.
Il cadavere di Shannan è stato sottoposto ad autopsia per disposizione della famiglia. E’ stata rilevata la morte per strangolamento, proprio come successo alle vittime del serial killer. L’ultimo a incontrarla è stato un consulente finanziario. La ragazza ha chiamato il 911 uscendo fuori dalla casa del consulente, senza però dichiarare la propria posizione. Sua madre Mari è deceduta tragicamente, nel 2016, uccisa da una delle sue quattro figlie, sofferente di turbe psichiatriche.
Non è impossibile distinguere un testo generato dall’intelligenza artificiale rispetto a uno scritto da una…
Avete notato che in Italia i film al cinema escono sempre di giovedì? Come mai…
Avete mai pensato al motivo per cui le montagne russe si chiamano così? C’entra la…
Inizia la seconda metà del mese, ecco che cosa ci dice l’oroscopo dal 16 al…
Come mai nelle strade ci sono limiti di velocità diversi e come vengono stabiliti? Questo…
La petunia sta arrivando alla fine della sua fioritura, ma ecco alcuni consigli su come…