Ancora una svolta nella guerra nell’est Europa. Così i russi stanno per conquistare la seconda città dell’Ucraina
Nuovo assalto lanciato dalle forze di Putin in territorio ucraino. Nel mirino dell’esercito russo ora c’è Kupyansk, cittadina nella regione di Kharkiv.
Attacchi missilistici e di fanteria sono stati registrati per tutta la notte, anche se gli scontri avvengono ormai da alcuni giorni. A Kupyansk la gente ormai convive con il pericolo delle bombe e la vita può andare avanti solo grazie agli aiuti umanitari che, quotidianamente, arrivano da Kharkiv. Ma è ormai chiara l’intenzione del Cremlino: conquistare a tutti i costi la città per farla diventare un’ulteriore vittoria militare e politica.
Il report di guerra fornito dall’esercito ucraino nelle ultime ore è piuttosto pesante. L’ultimo giorno è stato caratterizzato da violentissimi bombardamenti sulla città di Kupyansk: circa 568 colpi di artiglieria, 17 raid aerei e numerosi assalti via terra da parte della fanteria russa. Putin sembra essere deciso a conquistare a tutti i costi la città dell’Ucraina dell’est, posizionata tra i fondamentali oblast di Donetsk e Lugansk. Secondo gli ultimi rapporti, ai confini della città si sarebbero ammassati circa 100mila uomini dell’esercito russo, i quali tenteranno nei prossimi giorni di entrare in città. Per gli ufficiali dell’esercito ucraino, più che una mossa utile all’esito della guerra, l’offensiva russa a Kupyansk sembrerebbe un tentativo di rallentare la controffensiva ucraina a sud.
Ma intanto i cittadini rimasti a Kupyansk sono sottoposti a quotidiani bombardamenti da parte dell’esercito russo. La linea di fuoco si estende infatti su 70 chilometri di territorio e molti hanno già rinominato la città come “la nuova Bakhmut“. Un accostamento terribile se si pensa al fatto che la città orientale nell’oblast di Donetsk è stata quasi completamente rasa al suolo, dopo combattimenti durati mesi. Intanto i russi continuano a comunicare di aver guadagnato nuovo terreno, parlando della possibilità di avanzare un chilometro al giorno. Dichiarazioni subito smentite da Kiev. Oleg Synegubov, capo dell’amministrazione militare regionale, racconta infatti di una resistenza efficace ed esclude la perdita di posizioni da parte dell’esercito ucraino.
Ma intanto i missili e i razzi russi continuano a farsi sentire e 12mila persone sono costrette a vivere a Kupyansk in una cerniera di fuoco. Non vogliono andar via: preferiscono morire sotto le bombe anziché lasciare la propria casa. Per questo gli aiuti dalle regioni libere sono quotidiani, così come i messaggi di incoraggiamento e speranza da parte dei vertici militari. Ma il timore è che la Russia abbia puntato tutto sulla conquista della seconda metropoli dell’Ucraina, in quella che è stata rinominata dal Cremlino “l’ultima grande offensiva”.
I violenti scontri e l’investimento in termini umani e militari da parte del Cremlino hanno fatto spostare l’attenzione degli esperti di guerra dal sud dell’Ucraina – dove è in atto la controffensiva di Kiev – all’est del Paese. Kupyansk pare essere infatti il prossimo obiettivo di Mosca, intenzionata a conquistare quello che è uno snodo ferroviario fondamentale. La città può infatti collegare la Russia ai due oblast maggiormente contesi in questa guerra: Donetsk e Lugansk, già in gran parte nelle mani del Cremlino. La sua conquista sarebbe determinante per espugnare la regione di Kharkiv e riprendere l’importante città di Izyum, liberata dagli ucraini in autunno. La tappa successiva sarebbe poi Kharkiv, metropoli di un milione e mezzo di abitanti che potrebbe aprire la strada fino a Kiev.
Le prospettive per la città di Kupyansk non sono affatto buone. Il sindaco della città fa sapere che circa il 98% degli edifici è stato distrutto dalle bombe. Secondo i bollettini regionali diffusi dalle autorità, nella città ci sarebbe circa un morto al giorno. Nonostante questo 12mila persone, tra cui 546 bambini, hanno deciso di restare e non rispondere agli appelli di evacuazione. Ad oggi gli aiuti quotidiani riescono sempre a raggiungere la città, ma a lanciare l’allarme è Oleksandr Yalovol, fondatore di “East-West” di Kharkiv, il quale parla di una sempre maggiore difficoltà da parte delle organizzazioni umanitarie. Un copione quasi già scritto per un destino, quello di Kupyansk, che appare essere segnato.
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