Una serie di errori hanno permesso la strage avvenuta il 7 ottobre. Ecco come Hamas ha umiliato Israele
Erano considerate, fino a qualche settimane fa, le agenzie di spionaggio più famose ed efficienti al mondo. Il Mossad e lo Shin Bet rappresentano tutt’ora un fiore all’occhiello delle forze di Difesa israeliane, ma parecchio sbiadito dopo gli attentati del 7 ottobre.
In molti si sono chiesti come sia stato possibile che le migliori autorità di intelligence al mondo siano state aggirate da chi non veniva neppure considerato una minaccia. Ma probabilmente l’errore è stato proprio questo, ovvero sottovalutare il pericolo. Così Hamas ne ha approfittato e ha umiliato Israele.
Errori, distrazioni e scelte politiche sbagliate
La notte tra il 6 e l’8 ottobre i funzionari dello Shin Bet nel loro quartier generale avevano osservato dei movimenti insoliti da parte delle milizie di Hamas. Ma queste erano state scambiate come le ennesime operazioni notturne che le truppe palestinesi portavano avanti non da poco tempo. Ma non fu così, perché qualche ora dopo i miliziani sfondarono il muro israeliano, entrando nel territorio e facendo una vera e propria strage.
Un fallimento dell’intelligence israeliana che, secondo il New York Times, è fatto di errori, distrazioni e scelte politiche sbagliate. Secondo gli esperti del quotidiano più letto d’America, infatti, l’intelligence israeliana aveva smesso di intercettare e ascoltare le comunicazioni via radio di Hamas. Una scelta dettata dalla sottovalutazione delle capacità del nemico. Secondo i servizi segreti, ascoltare le conversazioni telefoniche e le comunicazioni via walkie-talkie dei miliziani di Hamas rappresentava “uno spreco di sforzi“. Ma fino all’ultimo momento di quella drammatica mattina i responsabili della Difesa avrebbero aspettato troppo tempo prima di svegliare Netanyahu. Anche gli uomini delle truppe di Tequila – un gruppo d’élite dell’esercito, allertato per precauzione – è stato sbaragliato da migliaia di miliziani di Hamas sopraggiunti con camion, pickup e motociclette.
I terroristi sapevano dove andare, dove si trovavano le basi militari a difesa del muro e, soprattutto, dov’erano i kibbutz israeliani. A differenza dell’intelligence di Israele, non avevano smesso di osservare. Ma dietro il completo fallimento della Difesa di Israele ci sarebbero state anche numerose scelte politiche sbagliate. Il governo Netanyahu sarebbe stato talmente divisivo da creare fazioni anche all’interno dell’intelligence israeliana. Lo stesso premier avrebbe delle responsabilità dirette, quando nel mese di luglio di quest’anno si rifiutò di incontrare un generale israeliano. Questo voleva infatti consegnargli un rapporto preoccupante sulla sicurezza del Paese. responsabilità gravi che, però, verranno probabilmente analizzate al termine di una guerra che forse poteva essere evitata.