L’esercito di Tel Aviv è pronto a sfoderare le sue armi migliori e sul campo di battaglia si stanno già vedendo le differenze
La guerra tra Israele e Hamas sta infuriando ai confini della Striscia di Gaza. Ma se Hamas sembra aver “spento” – almeno per il momento, la sua offensiva, l’esercito israeliano sembra aver preso in mano l’iniziativa della battaglia.
D’altronde non c’erano dubbi: Israele ha un arsenale militare nemmeno paragonabile a quelle di Hamas, così come ad eserciti di Stati con i quali condivide i confini (come ad esempio la Siria o la Giordania). Tuttavia, l’enorme disparità è sempre più evidente in relazione alle armi messe in campo.
Le armi tecnologiche e l’aiuto degli alleati
Nella guerra contro Hamas sembra di rivedere – fatte le dovute proporzioni della quantità dei protagonisti in campo – il conflitto della Seconda Guerra del Golfo. Anche in quel caso, infatti la disparità in campo era piuttosto lampante e vennero comunque adottati degli strumenti che non davano la possibilità di avere dubbi su chi potesse essere il favorito nella guerra. Lo stesso effetto – e risultato – che vorrebbe ottenere l’esercito israeliano contro Hamas.
Per fare ciò Israele ha “sguinzagliato” i mitici jet Orion. Si tratta di velivoli altamente tecnologici che permettono di fornire dati millimetrici da girare in tempo reale ai caccia e all’intelligence israeliana. Un’arma particolarmente avanzata che l’esercito israeliano utilizzerà in particolar modo per poter ottenere dati e informazioni relative agli ostaggi catturati da Hamas e sulle postazioni da cui i miliziani fanno partire i razzi – spesso intercettati – dal sistema anti-missilistico Iron Dome. Ma non solo, perché gli israeliani, oltre a possedere armi tecnologicamente all’avanguardia, possono contare sul supporto degli alleati. Secondo gli ultimi dati militari diffusi dagli spotters, nelle ultime ore sono state registrate incursioni di pattugliatori e droni militari, ma anche di velivoli britannici, anche questi con lo scopo di catturare informazioni preziose da inviare all’esercito israeliano.
Si cercano gli ostaggi e i nascondigli delle brigate al Aqsa, spesso al riparo nei chilometrici cunicoli sotterranei scavati negli anni. A questi mezzi iper tecnologici le milizie di Hamas rispondono con comunicazioni effettuate solo su rete telefonica fissa oppure addirittura a voce. Ma a far da padrone in questa situazione conflittuale è certamente la presenza delle due portaerei americane: la Ford e l’Eisenhower. Qui gli Usa possono contare su vere e proprie basi militari galleggianti che permetteranno da Israele di poter ribadire ancora una volta le differenze di forze in campo.