La Casa Bianca va controcorrente: per Biden è difficile dire se il presidente russo si è indebolito dopo i recenti eventi della Wagner.
Uno dei luoghi comuni dominanti, negli ultimi giorni, sanciva l’indebolimento di Vladimir Putin. Joe Biden invece è prudente e dubita che sia vero. Ma non certo per l’impegno che il presidente russo profonde nella comunicazione. Lo zar ha fatto trasmettere immagini d’ordine e di tranquillità. E dapprima ha incontrato il “macellaio di Grozny”, Ramzan Kadyrov.
Quando nel 2005 Kadyrov è diventato primo ministro della Cecenia, ha fatto applicare la Sharia, vietando il gioco d’azzardo e la produzione di alcol. Soprattutto, ha represso nel sangue le rivolte. Una stoccata, parrebbe, a Prigozhin e ai suoi legionari ribelli. Poco dopo lo zar è volato nel Daghestan, in un clima che gli ha permesso di parlare di turismo nel Caucaso.
Dal Cremlino solo immagini di ordine e serenità
Putin si è rafforzato mettendo in luce le ottime relazioni con la comunità musulmana. In Russia la mancanza di rispetto per il Corano è un crimine, ha ribadito, con un implicito riferimento alla Svezia, dove il libro sacro dell’Islam è stato bruciato in un rogo, in pubblico. Joe Biden pensava probabilmente alla ristrutturazione degli organismi di potere che il Cremlino intende attuare.
A Rostov è stata collocata una targa commemorativa sulla casa da cui il capo del Gruppo Wagner ha guidato la “marcia della giustizia” verso Mosca. La popolazione di Rostov lo ha festeggiato. Vladimir Putin sa bene delle difficoltà in cui vivono i cittadini russi. Per questo è importante per il Cremlino trovare una via d’uscita accettabile per Prigozhin, lenta e senza più contrasti. Il capo della Wagner, figura molto pericolosa ma anche a rischio di aggressioni, si troverebbe secondo voci statunitensi in una camera d’albergo di Minsk. In attesa della prossima mossa.
Si cercano soluzioni in silenzio, dietro le quinte
Joe Biden si è riferito anche a una presa di posizione del suo segretario di Stato Antony Blinken. Quest’ultimo sosteneva la possibilità di tentare una trattativa di pace approfittando della debolezza dello zar. La condizione preliminare, per Blinken, è la concessione della Crimea alla Russia. Il presidente ucraino Zelensky ha rifiutato la proposta. E’ rimasto fermo nella sua richiesta di ripristinare i confini del 1991, riprendendosi tutta l’Ucraina nell’unico modo possibile: vincendo la guerra.
E’ la stessa posizione del Ministro degli Esteri Dmitro Kuleba in un intervento di ieri sera a LA7. Zelensky però è andato ben oltre il modello dello Stato “porcospino”, alla maniera di Israele, e ha rilanciato in nome di un’Ucraina militarmente autosufficiente e all’avanguardia. Il suo obiettivo infatti è produrre armi di tipo occidentale in patria. Joe Biden, dunque, sta evitando i contrasti con Zelensky. Di qui, forse, l’ennesima clamorosa gaffe del presidente americano, che dopo aver definito Putin “un paria” è riuscito a dichiarare che “sta perdendo la guerra in Iraq“.
Mentre Zelensky sogna un’Ucraina integra e forte
Prima di definire “debole” Putin, occorrerà constatare come risolverà i rapporti critici con alcuni generali. Di Sergej Surovikim, ex responsabile dell’operazione militare speciale, nulla di nuovo si sa. E’ stato arrestato, per il sospetto che abbia aiutato Prigozhin a mettersi in marcia verso Mosca. Si vocifera però che lo zar non deciderà nulla, se non ci saranno prove schiaccianti, oltre ogni dubbio. Ben più difficile la situazione del generale Alexander Travnikov, grave a causa di un incidente capitato il 25 giugno, il giorno dopo la rivolta della Wagner, mentre era a bordo di un quad, nella sua casa di campagna. Travnikov è un alto funzionario del ministero degli Interni. E si parla già delle purghe di Putin.
Nel frattempo la controffensiva ucraina sta dando pochi risultati a Bakhmut. Un risultato positivo, confermato dall’intelligence britannica, è stato l’abbattimento dei ponti stradali di Chonar, tra la Crimea e Kherson. La conseguenza è che i russi si trovano in difficoltà a portare rifornimenti verso Zaporizhzhia, che l’Ucraina vuole riprendersi. La stampa occidentale ha dato molto rilievo al bombardamento russo su Kramatorsk, nella provincia di Donetsk.
E’ stato colpito un ristorante, dove sono morte 11 persone, di cui tre adolescenti. La versione russa, da parte del ministero della Difesa, replica che l’obiettivo non era civile. Si intendeva distruggere il personale di comando della cinquantaseiesima brigata di fanteria motorizzata ucraina. L’intelligence ucraina ha fatto sapere di aver catturato un agente dei servizi speciali russi. Si tratta di un abitante di Kramatorsk, che avrebbe aiutato i russi nel bombardamento.