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Bambino sepolto a testa in giù e legato con un lucchetto. Cosa è accaduto in Polonia

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Maria Vittoria Ciocci

Credenze e superstizioni influenzano la razionalità umana: il corpo di un bambino è stato sepolto a testa in giù, con un lucchetto.

Viene definito dagli archeologi il cimitero degli esclusi, in quanto presenta delle tombe inusuali per l’epoca. Non si tratta dunque di semplici collocazioni funerarie, bensì di trappole mortali per esseri umani ritenuti pericolosi dalla comunità. Ci troviamo in Polonia, precisamente nel XVII secolo, in prossimità della località di Pien. Nell’Europa dell’Est si erano diffuse diverse credenze circa la violenza di vampiri e zombie, superstizioni simili alla famosa caccia alle streghe – fenomeno di isteria di massa sviluppato nel Medioevo. Qualsiasi essere umano che manifestasse dei comportamenti atipici ed inspiegabili, veniva tacciato come schiavo dei demoni, una creatura che poteva portare scompiglio e distruzione.

Bambino sepolto con un lucchetto
Polonia, bambino sepolto a testa in giù e legato con un lucchetto – foto: Facebook – lintellettualedissidente.it

Le autorità e i diplomatici svilupparono delle presunte tecniche di contrasto, volte a ridimensionare la potenza delle suddette anime nere. Uomini, donne e bambini vennero privati della vita, sepolti con lucchetti e trappole, pensate per impedire il loro risveglio ultraterreno. Gli archeologi hanno rinvenuto diversi corpi che presentano delle pratiche occulte particolari. Uno di loro ad esempio possiede un frammento della mascella tinto di verde, mentre una donna incinta è stata sepolta all’interno di una pietra dura senza una reale e concreta giustificazione.

Sepolto con un lucchetto, il mistero del bambino polacco

Il corpo rinvenuto abilmente dagli archeologi manca della parte inferiore e – secondo le stime degli esperti – dovrebbe appartenere ad un bambino di età compresa tra i 5 e i 7 anni. Il piccolo è stato sepolto nel cosiddetto cimitero degli esclusi, inchiodato al suolo con l’aiuto di un lucchetto di metallo. E’ possibile che la comunità dell’epoca credesse nella natura vampiresca della vittima e che abbia usufruito del dispositivo di blocco per contrastare un eventuale risveglio. La ragione che si nasconde dietro tale agghiacciante decisione, potrebbe nascere da una malformazione congenita oppure dalla manifestazione di un comportamento ritenuto pericoloso ed inquietante.

Scavo archeologico in Polonia
Gli archeologi trovano il corpo di un “bambino vampiro” – foto: Facebook – lintellettualedissidente.it

Nel cimitero sono stati rinvenuti diversi corpi simili, tra cui quello di una donna – forse ritenuta anch’essa un vampiro – la quale presentava una falce in prossimità della tomba. Laddove quest’ultima si fosse risvegliata dalla morte, la trappola mortale installata avrebbe provveduto a tagliarle la testa. “Le persone escluse da una determinata comunità venivano sepolte non solo da vive, ma anche dopo la morte” – spiega il professor Polinski – “evidentemente indicano che il defunto era temuto”. Sempre in Polonia, nella località di Luzino, gli archeologi hanno scoperto una fossa contenente i corpi di 450 vampiri, la cui testa è stata decapitata per impedirne il risveglio e la persecuzione.

 

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