Il premier israeliano ha detto che l’invasione israeliana a Gaza “è imminente”. Adesso si teme per i civili intrappolati
L’invasione dell’esercito israeliano all’interno della Striscia di Gaza sembra essere ormai imminente. A dirlo è lo stesso Primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu.
Dunque l’esercito di Tel Aviv sarebbe pronto ad entrare con i carri armati e con i soldati di terra nella Striscia di Gaza come risposta agli attacchi dei terroristi di Hamas. Intanto però cresce la preoccupazione per i civili palestinesi che non hanno la possibilità di lasciare Gaza, così come i bambini ricoverati negli ospedali.
Israele è pronta ad entrare a Gaza
In un discorso alla nazione, Benjamin Netanyahu ha annunciato che l’esercito di Israele sarebbe pronto ad attaccare e che l’invasione sia ormai “imminente”. “Ci stiamo preparando ad un’invasione di terra a Gaza” ha detto il primo ministro, senza però specificare quando inizierà l’attacco. Netanyahu ha anche parlato dei circa 200 ostaggi israeliani che i miliziani di Hamas hanno catturato durante gli attacchi dell’8 ottobre. “Stiamo facendo tutto il possibile per riportarli a casa”, ha detto il primo ministro.
Dunque Israele sarebbe pronta ad invadere Gaza, anche se il sentore è che il governo israeliano stia posticipando di ora in ora l’attacco, probabilmente per via di negoziati che sono tutt’ora in corso tra le parti. Ma una reazione dura ed “esemplare” sembra piuttosto inevitabile, data anche la gravità del discorso di Netanyahu. “Siamo al culmine della lotta per la nostra esistenza – ha riferito, condannando i terroristi – gli uomini di Hamas sono morti che camminano. Sono l’Isis”. Netanyahu non ha voluto rivelare quando avverrà l’invasione della Striscia di Gaza: “Sono considerazioni non note al grande pubblico – ha detto – ed è giusto che sia così”. Il primo ministro ha poi specificato che il momento dell’invasione sarà deciso dal gabinetto di guerra che sta coordinando le operazioni.
Nel suo discorso Netanyahu ricorda come il governo di guerra stia collaborando per raggiungere suoi obiettivi strategici e raggiungere la vittoria “senza considerazioni politiche”. Ma poi, per la prima volta, accenna ad una possibile sua responsabilità per quanto accaduto quel sanguinoso sabato. “Chiariremo tutto quello che è successo – ha promesso – serviranno le spiegazioni da parte di tutti , a cominciare da me”. Il Premier ha dunque ammesso velatamente di volersi prendere le sue responsabilità, pur correggendo il tiro: “Solo dopo la guerra”. Non ci saranno dimissioni, dunque, mentre i carri armati si preparano ad entrare a Gaza City e migliaia di bambini continuano a morire.