La crisi economica in Grecia sicuramente è uno di quegli argomenti più discussi negli ultimi anni non solo nel paese coinvolto, ma in tutta l’Europa. Per un po’ di tempo nel paese c’è stata una sorta di illusione per quanto riguarda gli effetti positivi che potevano esserci dalle misure imposte alla Troika.
Come è andata veramente? Vediamolo insieme.
Per quanto riguarda la crisi economica in Grecia molti addetti ai lavori nel paese cominciano a pensare, e dicendolo in maniera molto chiara, che la permanenza del paese in Europa sta avendo un costo sociale assolutamente spropositato.
In pratica sono passati circa 7 mesi da quando il governo Tsipras ha deciso di accettare le misure di austerità, nonostante c’era stato un referendum popolare che aveva fatto capire che il popolo non avrebbe voluto.
La speranza era che queste misure sarebbero riuscite a creare un equilibrio dal punto di vista sociale e economico nel paese: ma visto il malcontento sociale crescente non è andata esattamente così.
Infatti arrivano notizie da Atene secondo le quali moltissimi agricoltori sono scesi in piazza per protestare con una riforma che in sostanza non fa altro che triplicare i contributi previdenziali.
Però è chiaro che questo malcontento e questa rabbia non riguarda solo la categoria degli agricoltori perché in realtà tutto il popolo in Grecia si sente esasperato e frustrato per il taglio delle pensioni e per gli inasprimenti fiscali.
In generale quindi la situazione economica non è per niente favorevole nel paese che sta nuovamente scivolando verso una corrente recessione.
Per un po’ di tempo i mass media più importanti in Grecia hanno cercato un po’ di fare finta di niente su quella che era la situazione economica del popolo, legata agli effetti delle imposizioni della Troika.
Tutto questo aveva probabilmente come scopo quello di mascherare un po’ il volto delle politiche economiche dell’Unione Europea. Ma soprattutto l’obiettivo era quello di evitare che ci fossero troppe politiche anti europeiste.
Ma ormai la maschera è caduta perché tutti i giornali e telegiornali sono costretti seppur con discrezione a ricominciare a occuparsi del dramma che sta vivendo il popolo nel senso che la crisi economica in Grecia non sembra migliorare sotto nessun punto di vista.
Ci si trova di fronte a un governo che ha necessità di far accettare a tutti i costi al popolo una riforma delle pensioni molto pesante, ma non solo, perché ci saranno anche aumenti delle tasse agli agricoltori nonché privatizzazione e tagli drastici.
Il popolo chiede con grande forza al governo di ritirare le riforme che stanno mettendo in ginocchio molte classi sociali. l’Unione Europea dal canto suo continua a non prendere posizione e a mostrare il pugno duro mentre addirittura secondo alcune voci un sindacato di polizia proporrebbe di arrestare i responsabili del disastro.
In ogni caso gli agricoltori continuano a protestare e non sembra vogliano arrendersi. infatti hanno dichiarato che non se ne andranno dalla piazza fino a quando il governo non li ascolterà e non ritirerà i suoi progetti.
La cosa paradossale è che si tratta degli stessi Agricoltori che un anno fa sostenevano il partito di Tsipras. Ma per forza di cose sono diventati oppositori.
Ritengono che bisognerebbe fare qualcosa di forte per far risalire la Grecia perché loro in primis non riescono più a sopravvivere e a mantenere le loro famiglie.
Purtroppo la manifestazione è stata contrassegnata da molti scontri con le forze dell’ordine che hanno usato manganelli e lacrimogeni per bloccare il corteo dal quale arrivavano anche lanci di pomodori e di pietre.
Addirittura secondo alcuni giornali inglesi l’area esterna del Ministero dell’Agricoltura assomigliava a una zona di guerra.
Per quanto riguarda la crisi economica in Grecia l’Unione Europea continua a mostrare il pugno duro come dimostrano le dichiarazioni del commissario agli affari economici Pierre Moscovici.
Infatti ha dichiarato testualmente: “le istituzioni Ue stanno ancora lavorando un pacchetto di misure per raggiungere gli obiettivi fiscali concordati nel memorandum, e la Grecia deve ancora adottare un pacchetto molto significativo per arrivarci”.
“La scala di qualche sforzo è comunque in linea con quanto stabilito la scorsa estate”.
Queste dichiarazioni non sono piaciute ai vertici dei sindacati di polizia del paese che hanno affermato che la Troika starebbe tentando di ribaltare l’ordine demografico e di rubare al popolo greco importanti bene, scalfendo al contempo la sovranità nazionale.
Queste affermazioni sono state diffuse in una lettera inoltrata alla Procura di Atene dove il sindacato fa sapere che procederà all’arresto immediato dei membri della Troika nel paese.
Si tratta di una provocazione che la dice lunga su come i greci stanno vivendo questo momento così difficile.
Tutto questo succedeva qualche anno fa però non si può dire che ancora la situazione si sia completamente risolta, visto che solo il 20 agosto scorso si è conclusa dopo 12 anni la sorveglianza europea nei confronti della Grecia.
La Commissione Europea infatti ha deciso che il controllo che era stato imposto nei confronti di Atene qualche anno fa non è più giustificato visto che il governo ha restituito in anticipo l’ultima tranche del prestito ricevuto e cioè circa 1,58 miliardi di dollari.
Ma c’è da dire che, nonostante le rassicurazioni del Governo, il popolo non crede al ritorno alla normalità e soprattutto fa fatica a cancellare tutti questi anni, che hanno visto un impoverimento e un crollo dell’economia del loro paese.
Ci vorranno molti anni affinché la Grecia si riprenda da quella che può essere considerata, senza esagerare, una terapia d’urto imposta dall’Europa. Dal canto suo quest’ultima non vuole più parlare di questo problema, così come dimostra una lettera firmata dal commissario all’economia Paolo Gentiloni e dal vice presidente.
In questa lettera si sottolinea che il governo greco ha rispettato quasi tutti gli impegni presi ed è questa la cosa più importante. Inoltre tra le righe si è compreso che l’Europa non vuole più dilungarsi su questa storia.
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