Oggi vogliamo parlare del termine Francafrique che si usa per parlare della politica francese in Africa.
In pratica questo termine va a descrivere le relazioni della Francia con le sue ex colonie africane, che sono sempre state caratterizzate da una grande collaborazione sia dal punto di vista politico, ma anche militare ed economico.
Per quanto riguarda invece l’origine del termine diciamo che è stato inventato nel 1955 da un giornalista francese e cioè Félix Houphouët-Boigny. Questa parola nasce dall ‘idea di questo giornalista serve per descrivere in maniera metaforica, e anche ironica, la relazione stretta tra i paesi africani che sono diventati indipendenti e la Francia.
Queste partnership sono sempre state tra Francia e Africa di carattere economico, però in alcuni casi ci si metteva in mezzo anche la collaborazione politica e militare.
Di sicuro questo tipo di politica estera denominata con questo nome è stata una delle più influenti della Francia, dalla seconda guerra mondiale in poi, visto che è stata determinante per quanto riguarda le sue relazioni con le ex colonie africane.
Ma soprattutto è stata determinante per quelle che sono state le scelte strategiche e politiche proprio di questi paesi africani.
Però bisogna anche ricordare che la Francafrique si è sviluppata in maniera diversa in base ai periodi perché a un certo punto si è concentrata sulle relazioni economiche tra le ex colonie africane francesi e la Francia, nel senso che il paese, ora guidato da Macron, ha deciso di attivare delle relazioni commerciali proprio con questi paesi.
Questa scelta aveva lo scopo di consentire alla Francia di poter importare materie prime e di esportare prodotti manifatturieri a prezzi comunque molto convenienti.
Bisogna però anche dire che questo tipo di politica estera ha portato a delle conseguenze diverse al di là dell’aspetto economico, nel senso che c’è stata anche una significativa presenza militare della Francia proprio in Africa.
Nel concreto questo significa che, grazie all’impegno delle truppe francesi in Africa, si sono formate addestrate delle forze militari, ma non solo, perché la Francia in Africa in tal senso è stata molto presente fornendo assistenza militare durante delle crisi politiche e civili.
Il suo impegno non è stato solo di tipo militare, ma anche di tipo diplomatico, visto che si è posto spesso come paese mediatore quando ci sono delle crisi molto gravi che portavano a sconvolgimenti sociali in questi paesi africani.
Inoltre questa politica estera ha comportato tra paesi africani e la Francia una cooperazione di tipo politico nel senso che il paese di Macron ha sostenuto molto spesso i governi delle ex colonie africane, però andando a danneggiare da questo punto di vista addirittura la democrazia.
Inoltre, sempre secondo alcuni analisti politici, la Francia avrebbe cercato in molte situazioni di influenzare le elezioni in quei paesi africani, sostenendo i candidati che riteneva più affini alla sua politica estera e ai suoi interessi commerciali.
Questo è il motivo per il quale negli ultimi anni la Francafrique è stata molto criticata da molte persone nonché molto analizzata dall’opinione pubblica e dai media.
In più occasioni infatti diverse organizzazioni non governative hanno chiesto e così preteso che ci fosse maggiore comunicazione, soprattutto trasparenza, per quanto riguarda le relazioni tra Paesi africani e Francia.
Però queste organizzazioni soprattutto si sono concentrati sulla richiesta di una maggiore attenzione e di un maggiore impegno per quanto riguarda la tutela della democrazia e dei diritti umani che, come abbiamo appena accennato, spesso sono stati messi in difficoltà proprio dalla politica francese.
Come abbiamo detto nel paragrafo precedente questa politica estera ha generato molti dibattiti anche molte controversie perché i detrattori hanno accusato la Francia di sfruttare le risorse africane, accettando addirittura di supportare regimi corrotti autoritari che non avevano a cuore gli interessi del popolo e della democrazia.
Visto che ci sono state molte polemiche negli ultimi anni e cioè più o meno dal 2016 in poi la Francia ha modificato la sua politica in Africa nel senso che ha cercato di trovare nuove modalità di interazione con le sue ex colonie.
Questo è il motivo per il quale intorno al 2017 il presidente francese Macron ha ufficialmente annunciato la fine della Francafrique, dichiarando in maniera molto chiara e secca che si sarebbe impegnato per costruire un nuovo tipo di Cooperazione con i paesi africani, che avrebbe dovuto basarsi soprattutto sulla parità.
In ogni caso, così come gli esperti sanno, nel corso degli anni la Francia ha mantenuto un ruolo importante in Africa soprattutto in alcuni temi, ma in particolare per quanto riguarda la sicurezza.
Teniamo presente che la decisione di Macron di porre fine a questa politica non è casuale perché è legata alla pressione che ha subito per le critiche sulla politica estera francese in Africa ma non solo.
La sua decisione era legata soprattutto al suo desiderio di cambiare le relazioni tra Paesi africane e la sua Francia, basandosi sulla parità proprio perché la Francafrique era considerata dai critici un modello di relazione simmetrica dove la Francia esercitava un potere economico esagerato.
Quindi possiamo dire che la decisione di chiudere con questo tipo di politica estera ha rappresentato anche un’occasione per la Francia perché c’era la consapevolezza che prima o poi bisognava cambiare le relazioni con l’Africa trovando un nuovo modello di cooperazione.
Possiamo dire che in questo senso la decisione di Macron è stata importante perché è stata come un fulmine a ciel sereno che però ha portato un cambiamento rilevante nella politica estera francese, suscitando anche attenzione negli altri paesi mondiali.
Inoltre secondo gli analisti politici francesi per la Francia questa decisione è stata anche di tipo strategico perché è stata presa nel momento in cui in Africa si registrava una trasformazione radicale dal punto di vista economico e politico.
Di conseguenza la Francia ha deciso di cambiare la sua strategia proprio perché si è resa conto che c’era la necessità di consolidare la sua presenza in Africa, ma soprattutto di rafforzare la sua posizione in un contesto geopolitico veramente molto complesso.
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